Seven Minutes in Heaven
Il film "Seven Minutes in Heaven", scritto e diretto dal giovanissimo regista israeliano Omri Givon al suo debutto cinematografico, è parte della selezione di film in concorso al Tribeca Film Festival 2009.
La pellicola narra il percorso psicologico di Galia, una donna ancora drammaticamente segnata dalle cicatrici di estese bruciature dovute ad un attentato terroristico di cui è stata vittima insieme al fidanzato Oren, morto dopo un anno di coma.
Dopo la morte di Oren, Galia si sforza di ricordare il terribile giorno dell’esplosione dell’autobus sul quale viaggiava, spinta dalla decisione di ringraziare il paramedico che testardamente ha cercato di rianimarla per i sette minuti in cui e’ stata considerata clinicamente morta.
Galia trova la persona che sta cercando, ma anche la memoria di una colpa che aveva sepolto insieme ai suoi ricordi. Il passo decisivo sarà salire sull’autobus e rivivere ancora una volta quei tragici sette minuti sospesa tra la vita e la morte.
Il film può essere diviso in due diverse parti narrative, la prima nella quale Galia, interpretata dalla intensa e convincente Reymonde Ansellem, cerca di reagire alla tragedia che l’ha colpita e la seconda, molto più breve e un po’ meno efficace, nella quale la rivive e scopre in se stessa una soluzione. Volutamente il regista svela gli eventi salienti del fatidico giorno contemporaneamente allo spettatore e alla protagonista tramite flashback che possono essere scambiati per allucinazioni, ma forse la transizione scelta potrebbe essere preparata meglio. La trama, infatti, prende improvvisamente una strada inaspettata trasformando il genere del film da romantico/drammatico in paranormale/metafisico. Anche il ritmo del montaggio diviene molto più incalzante e a volte si perde il senso di quanto è accaduto, avrebbe potuto accadere e accadrà.
Nel corso di tutto il film si fa comunque notare il grande talento di questo regista/sceneggiatore appena trentenne che proviene dalla televisione, ma che avrà sicuramente una brillante carriera cinematografica.

La frase: "They say there are souls that go to heaven, but they are not ready, not complete and God gives them a chance to see their life to come and change their future (Si dice che ci siano delle anime che vanno in cielo, ma non sono pronte, sono incomplete, e che Dio dia loro la possibilità di vedere come sarà la loro vita e cambiare il proprio futuro)".

Elena Maria Manzini

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