Sapore di te
Dove eravamo rimasti?
Eravamo rimasti a quell’estate del 1983 che chiudeva "Sapore di mare 2 - Un anno dopo" del compianto Bruno Cortini, ambientato negli anni Sessanta come il suo predecessore "Sapore di mare", diretto dallo stesso Carlo Vanzina che, supportato in fase di sceneggiatura dall’immancabile fratello Enrico, riprende a trent’anni di distanza il discorso per raccontare, però, la prima metà del decennio reaganiano sotto il sole con cast e personaggi del tutto nuovi (non a caso, il protagonista originale Jerry Calà viene perfino citato verbalmente).
Infatti, sulle note di "True" degli Spandau ballet cominciamo proprio nel 1983 con i due compagni di università Luca e Chicco che, rispettivamente con i volti dell’Eugenio Franceschini di "Una famiglia perfetta" e del Matteo Leoni della serie tv di Disney Channel "Life bites - Pillole di vita", fanno conoscenza con una ragazza straniera per poi ritrovarsi innamorati entrambi, l’anno successivo, della diciassettenne Rossella interpretata dalla Katy Saunders di "Tre metri sopra il cielo", in vacanza a Forte dei Marmi insieme ai genitori, ovvero Maurizio Mattioli e Nancy Brilli.
Un Maurizio Mattioli grottescamente tifoso della Roma che non solo, come di consueto, riesce nell’impresa di strappare risate ogni volta che apre bocca, ma non esita neppure a chiedere favori al Ministro De Marco, socialista napoletano incarnato da Vincenzo Salemme e continuamente impegnato a tradire la moglie Leonetta alias Valentina Sperlì con la giovane e bella soubrette di "Drive in" Daniela, cui concede anima e corpo Serena Autieri.
E, al di là di un Paolo Conticini bagnino e seduttore, è la storia d’amore tra la laureanda Anna e lo Steve McQueen di provincia Armando, nei cui panni troviamo Martina Stella e Giorgio Pasotti, a completare la girandola di facce da abbronzare durante quello che, approdante nella sua seconda parte al 1985, vuole essere un piccolo romanzo sentimentale sotto l’ombrellone imbevuto di successi musicali e riferimenti ai modi di parlare tipici dell’epoca culminata con il crollo del Muro di Berlino.
Perché, in mezzo a "Time after time" di Cindy Lauper e "Tropicana" del Gruppo italiano, c’è spazio anche per un Andrea Pucci – affiancato da Valeria Graci – in aria di borghese milanese proto-Guido Nicheli nel corso della oltre ora e quaranta di visione che, orchestrata nella giusta maniera tra esperienze fedifraghe, coppie che nascono e altre che si dividono, ricorda addirittura di rispolverare il tormentone "Troppo giusto" del paninaro televisivo Enzo Braschi e di mostrare sale cinematografiche in cui è in programmazione "Mezzo destro mezzo sinistro - 2 calciatori senza pallone" di Sergio Martino.
Mentre ci si diverte, non mancano le emozioni e, soprattutto, si fa risentire quella nostalgia forse non più celeste quanto lo fu nel capostipite ma che, in ogni caso, raramente emerge dalla celluloide tricolore quando a tentare di evocarla non sono i sottovalutati figli di Steno.
La frase:
- "Vorrei che quest’estate non finisse mai"
- "Anch’io".
a cura di Francesco Lomuscio
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