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Still life
"Sanxia Haoren (Still Life)" di Jia Zhangke è l'atteso film a sorpresa di quest'anno.
Forse perché Marco Muller ci aveva abituati troppo bene prima, questa volta la sorpresa ha deluso. Sorprende anche il fatto che lo stesso regista sia già presente alla Mostra, nella sessione "Orizzonti", con un'altra pellicola, il film documentario "Dong".
I due film sono profondamente legati, entrambi ambientati nella zona delle Tre Gole, interessati a raccontare le vite degli operai e delle loro famiglie.
Jia Zhangke, sia nel documentario, che il questo film di "finzione", è interessato a mostrare la Cina moderna: i suoi cambiamenti, la sua povertà, lo sviluppo economico che ha toccato solo marginalmente le classi più povere, per esempio tutti ora hanno il cellulare, ma non tutti possono permettersi una vita dignitosa, i loro corpi abbrutiti dalla fatica e dalle privazioni.
La storia di Han Sanming, un minatore dello Shanxi, che si reca a Fengjie in cerca del ex moglie che non vede da 16 anni e dell'infermiera Shen Hong, alla ricerca del marito che non torna a casa da due anni, servono ad analizzare l'impatto che la costruzione della diga delle Tre Gole ha avuto sulla popolazione del vecchio villaggio di Fengjie, in parte già sommerso, anche se entrambi sono alla ricerca di una persona cara, le loro vite e la loro ricerca sono profondamente diverse.
Gli oggetti inanimati (still life), che caratterizzano i capitoli in cui è diviso il film, simboleggiano la possibilità di socializzazione con le altre persone; evidenziano come Han Sanming, povero straniero, venga emarginato e rifiutati i liquori e le sigarette che lui offre, mentre Shen Hong, non offre nulla agli altri, ma tiene per sé il the che ha trovato.
L'integrazione di Han viene attraverso il dono di una caramella e da quel momento troverà una grande solidarietà tra i suoi compagni di lavoro, tanto che andrà via con loro, mentre Sheng andrà via sola.
I due protagonisti rappresentano, anche, i due aspetti della nuova Cina: quella che rimane ancorata al passato, che sarà sommersa come lo è stata la città, rappresentata da Han ("Come si può dimenticare la nostra storia?") e Shen che invece si lascia tutto alle spalle, compreso il marito.
Spiazzano, in un film così ancorato alla realtà, quasi uno studio etnografico, gli elementi extraterrestri che il regista ha voluto inserire.
La frase:
- "Dovreste aiutarci a risolvere i nostri problemi"
- "Io non posso fare nulla"
Elisa Giulidori
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