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Roger Dodger
Eccolo il vero capolavoro che ci ha portato la Mostra del Cinema di Venezia (almeno per ora), l'unico dubbio è se sarà mai distribuito, ma a giudicare dall'entusiasmo suscitato in sala (applausi a scena aperta sia sui titoli di coda che per alcune delle fulminanti battute), il futuro dell'opera prima di Dylan Kidd, dovrebbe essere aggiudicato.
Chi è Roger il "dodger" [lo schiva guai]? Un affermato copyrighter di un'agenzia pubblicitaria di New York, single, dalla parlantina sciolta e con un unico obiettivo: portarsi a letto una donna ogni volta che esce in "caccia"; e si perché proprio di questo si tratta, di una caccia spietata alla preda.
L'ultima conquista di Roger (Campbell Scott / "Mrs. Parker e il Circolo Vizioso"), quella che sembrerebbe potergli cambiare la vita, è il suo stesso capo, Joyce (Isabella Rossellini / "Amata Immortale"), ma questa è un "animale" molto simile a lui, con i suoi spazi e la sua indipendenza, una sorta di mangiatrice di uomini che lo mette alla porta non appena lo giudica troppo "attaccato".
Nel momento della sua massima depressione, e rabbia, Roger riceve la visita del suo giovane nipote, orfano del padre, che vede in lui una sorta di mentore per la sua educazione sessuale.
Roger sarà così la guida (molto "sui generis"), di Nick (Jesse Eisenberg) attraverso un appuntamento rimediato in un bar con Andrea (Elizabeth Berkley / "Showgirls") e Sophie (Jennifer Beals / "Flashdance").
La storia in se stessa non ha nulla da aggiungere alle decine di film su liceali pruriginosi o scapoli impenitenti, la vera sorpresa è il modo con cui viene narrata e soprattutto la parte delle cose che Kidd decide di dire e quelle che decide di tralasciare. Con dei dialoghi essenziali, graffianti, ma soprattutto veri riusciamo quasi a vedere il cacciatore che adesca la sua preda, pronto a colpirla non appena abbassa la guardia. E' la dialettica l'arma vincente di Roger, un simpatico bastardo, ma anche della pellicola: la sua ironia caustica stile psicologo da bar o la filosofia di vita che impartisce al nipote scivola al limite dell'assurdo, ma tocca i veri tasti dell'essenza maschile che spesso non vogliamo o non possiamo svelare.
Indimenticabile le "dritte" su come usare il controluce, le scale o il vecchio trucco della matita per poter dare anche solo una piccola sbirciata in "paradiso".
Alla fine anche Roger per un momento ha cercato l'amore o ha avuto voglia di sentire il profumo di qualcuno tornando a casa, non era poi così duro come pensava, ma ha trovato qualcuno come lui.
E non dobbiamo neanche tralasciare le doti registiche di Kidd, che ci propone una prima sequenza interamente costruita sui primissimi piani dei protagonisti e montata in una modo quasi schizzofrenico per seguire i dialoghi che vengono intessuti come una ragnatela.
La frase: "Esistono specie che racchiudono in se stesse sia l'aspetto maschile che quello femminile?"
"Si, le stelle marine."
"Allora se ne vedo una le dico di fottersi!"
Indicazioni: Un "must" da non perdere assolutamente (soprattutto dai single trentenni), meglio se visto con un gruppo di amici ben affiatati.
Valerio Salvi
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