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Rachel

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Redazione FilmUp.com15 marzo 2018Voto: 6.0
 

  • Foto dal film Rachel
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Il romanzo di Daphne Du Maurier a cui si ispira “Rachel” è già stato trasposto nel 1952 con protagonisti Olivia De Havilland e un giovanissimo Richard Burton. Ora a interpretare questa nuova versione cinematografica firmata da Roger Michell – suoi “Notting Hill“ e “L'amore fatale” – sono Rachel Weisz, nei panni della protagonista femminile che porta il suo stesso nome, e Sam Claflin, in quelli di Philip.

I due sono diventati cugini dopo che la giovane donna sposa Ambrose in Italia. Ambrose è l’uomo che si è preso cura di suo cugino Philip quando ha perso i genitori e lo ha cresciuto come se fosse stato suo figlio. Dopo le nozze con Rachel l’uomo si ammala e inizia a mandare al cugino lettere sempre più deliranti, tanto che il giovane Philip decide di lasciare la Cornovaglia e raggiungerlo in Italia; quando arriva però è già troppo tardi perché l’uomo è morto e la moglie Rachel è in viaggio verso l’Inghilterra. Ed è proprio a quest’ultima che Philip addossa le responsabilità della morte dell’amato cugino. Determinato a vendicarsi decide di ospitare la donna nella propria tenuta di famiglia che diventerà di sua proprietà al compimento del venticinquesimo compleanno. Quando però conosce la sua nuova cugina, Philip rimane completamente affascinato dalla donna, tanto da iniziare a riconsiderare le sue convinzioni e arrivare a credere nella totale innocenza di Rachel, di cui poi si innamora follemente, con l’ardore e l’immaturità proprie di un giovane uomo ingenuo e povero di esperienze amorose.

Tutto il film, ambientato agli inizi del 1800, si gioca sull’ambiguità di questo personaggio femminile dalle mille sfaccettature, tanto da sembrare prima un’astuta manipolatrice e colpevole del delitto di cui la si sospetta, per apparire un secondo dopo una donna innocente, dignitosa, dolce e orgogliosa. Il tutto espresso con grazia e convinzione dalla bravissima Rachel Weisz, che è anche il punto di forza maggiore di tutto il film. Riesce ad essere tutte queste cose con una naturalezza impressionante; riesce a padroneggiare il suo personaggio con sicurezza e a renderlo reale e moderno. Nonostante il periodo storico di ambientazione della storia, la donna è decisa a rendersi indipendente e a conquistare un posto in una società prevalentemente maschile. Indipendente e audace lo è anche per quanto riguarda le sue scelte sessuali, cosa che la rende molto “femminista” e attuale.

La stessa cosa non riesce appieno al suo collega Sam Claflin, non molto convincente nei panni del giovane uomo innamorato, sempre in bilico tra il credere alla donna per cui ha una così forte infatuazione o alle parole scritte da suo cugino. Si chiede sempre se queste sono il frutto della malattia o se veramente la donna ha ucciso il malcapitato con i suoi “maleodoranti infusi”. Per buona parte del film Philip dimostra di essere preda delle emozioni e dei sentimenti, di non avere la necessaria maturità e spirito critico per analizzare la situazione, rendendosi decisamente antipatico e, in alcuni frangenti, persino ridicolo. Dimostra di non riuscire a comprendere in alcun modo il carattere e le esigenze della donna che dice di amare.

Altri punti di forza della pellicola sono sicuramente la fotografia, forte come la terra in cui è ambientata, la scenografia e i costumi. Risente, invece, di una scrittura superficiale che gioca soprattutto sull’ambiguità, ma non approfondisce a dovere i personaggi e nemmeno le situazioni, tanto da dare in alcuni momenti la sensazione di un lavoro lasciato a metà.

In conclusione “Rachel” è un film godibile, ma sicuramente non al di sopra della media, che vi lascerà con il dubbio sulla colpevolezza di Rachel fino alla fine… e forse anche oltre.


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