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Quel bravo ragazzoLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Rosanna Donato14 novembre 2016Voto: 6.5
“Quel bravo ragazzo” è la nuova commedia di Enrico Lando, conosciuto per aver diretto “I soliti idioti - Il film”, il suo sequel e “Amici come noi”. Cosa succede se un potentissimo boss mafioso sta per morire e vuole lasciare il comando della sua spietatissima cosca a un figlio che non ha mai riconosciuto? Ma, soprattutto, cosa succede se quel figlio è un innocuo, ingenuo e goffo ragazzotto di 35 anni che fa il chierichetto e che è vissuto in un orfanatrofio di un paesino del Sud Italia? Il film vede come protagonisti Luigi Luciano (Herbert Ballerina), Tony Sperandeo, Ninni Bruschetta, Enrico Lo Verso. La storia, il cui scopo è quello di fare della satira sull’organizzazione più potente e strutturata del mondo, è incentrata sull’ingenuo Leone. Quest’ultimo scopre all’età di 30 anni di essere figlio di un boss mafioso siciliano che è in fin di vita. Quando si reca in ospedale per incontrarlo, a causa di un assurdo equivoco il padre muore. Secondo le ultime volontà dell’uomo, il compito del giovane dovrà essere quello di gestire l’azienda di famiglia. Nel frattempo gli scagnozzi del padre (Sperandeo e Lo Verso), aiutati da un avvocato senza scrupoli (Bruschetta), cercano di trasformarlo in un vero uomo d’onore. L’impresa, però, si rivelerà più faticosa del previsto.
Molte persone si aspettano di vedere al cinema un film così demenziale da non meritare il costo del biglietto, ma in realtà Enrico Lando ha realizzato un progetto che funziona: non è solo divertente, ma anche coinvolgente e offre al suo interno qualche ‘equivoco’ esilarante. Ma iniziamo col dire che la pellicola è pervasa da una banalità imbarazzante ed è piena di situazioni e personaggi che abbiamo visto più volte sul grande schermo. Alcune dinamiche, inoltre, vengono spesso ripetute, eppure è un buon film: il ritmo è incalzante e non subisce variazioni nel corso della sua durata, ma anzi le gag diventano sempre più godibili man mano che si va avanti con la visione. Chiaramente, la pellicola è volta al puro intrattenimento (alcune situazioni sono avvolte da una comicità davvero delicata, sottile, che non disturba mai) e non porta a riflessioni profonde, se non a quella che ormai la modernità, o meglio internet, è parte integrante della vita di ognuno di noi. Non solo il film fa della satira nei confronti dei nuovi prodotti tecnologici, ma sottolinea come essi abbiano sostituito quasi interamente la comunicazione face to face e tendano a far entrare coloro che li utilizzano in uno stato di alienazione. Se poi vogliamo trovare il pelo nell’uovo, la pellicola tende a ironizzare molto sulla scelta sempre più presente in Italia di diventare vegetariani, ponendo gli spettatori davanti a un quesito: perché una carota sarebbe meglio di una fetta di carne? Non siamo qui per fare polemica ovviamente, ma dal progetto emerge una certa dose di sarcasmo che suscita anche qualche sana risata. Teniamo conto, inoltre, che si tratta di un lavoro che punta sulla satira e per questo è il caso di prenderlo con estrema leggerezza, senza sentirsi offesi in alcun modo, perché certamente l’obiettivo del regista è un altro: divertire il pubblico. Se Enrico Lando è riuscito in questa impresa, il merito è principalmente dell’attore protagonista, Herbert Ballerina, che attraverso le sue espressioni facciali e il suo modo così naturale di apparire un perfetto idiota, è riuscito a regalare al pubblico presente in sala attimi di assoluta allegria e spensieratezza, risultando molto credibile. Probabilmente ciò è da attribuire anche al fatto che l’attore è abituato ad interpretare ruoli comici (“Che bella giornata”, “Italiano medio”). Ottime anche le performance di Tony Sperandeo (relegato a ruoli che lo vedono spesso immischiato in affari di Mafia), Enrico Lo Verso e Ninni Bruschetta, senza nulla togliere al resto del cast: sono stati tutti molto convincenti. Nel cast compare anche Maccio Capatonda che interpreta un ruolo molto piccolo ed entra in scena solo per pochi minuti. Che il regista stia pensando di realizzare un altro film con i due attori, o Capatonda voglia partire da qui per il suo prossimo progetto? Staremo a vedere, ma per il momento consigliamo la visione della pellicola ad un pubblico giovane/adulto, che sappia lasciare da parte il moralismo per trascorrere una serata all’insegna del buon umore. La frase dal film:
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