FilmUP - Recensione: Queen to Play

Queen to Play
Diretto dalla debuttante Caroline Bottero e scritto dalla stessa regista in collaborazione con due colleghe sceneggiatrici, "Queen to Play" è l’adattamento cinematografico della novella "La giocatrice di scacchi" di Bertina Henrichs.
La pellicola narra la storia di una triste e rassegnata donna delle pulizie, Hélène (Sandrine Bonnaire), che una mattina come le altre rimane incantata a guardare una coppia americana di ospiti dell’albergo in cui lavora mentre flirtano giocando a scacchi. Agli occhi di Hélène la donna americana (cameo di Jennifer Beals) rappresenta l’essenza della sofisticazione: giocatrice di scacchi, sensuale e bellissima, ma soprattutto in controllo della situazione.
Hélène si rende conto di non essere soddisfatta della sua vita e trova negli scacchi un modo per evadere da tutto. La sua indole sottomessa e timida, però, la spinge a nascondere agli amici e alla famiglia la sua crescente passione, per non dire ossessione, verso questo gioco fino al momento in cui trova il partner perfetto con cui esercitarsi: il dottor Kröger (Kevin Kline), un americano espatriato in Francia che si avvale di Hélène come donna delle pulizie. Dapprima scontroso e supponente nei confronti della donna, quando comincia a giocare a scacchi con lei, Kröger ritrova la sensazione di avere un progetto e qualcuno con cui condividerlo tanto che diventa il mentore di Hélène per l’iscrizione ad un torneo cittadino.
La visione del film è godibilissima e le interpretazioni sono ragguardevoli. Sandrine Bonnaire, riesce a circondarsi di un’aurea di rassegnazione e tristezza che svanisce con il procedere della narrazione. Kevin Kline recita magnificamente nel suo primo film totalmente in francese, anzi la lingua straniera lo aiuta a rendere il suo personaggio ancora piu’ distaccato da ciò che lo circonda, dimostrando attraverso il suo personaggio che quando si parla una lingua che non è la propria si riescono a dissimulare meglio le emozioni.
Il film è presentato in anteprima assoluta al Tribeca Film Festival al quale partecipa in concorso per il premio di miglior lungometraggio narrativo.

La frase: "The queen is the most important piece. Crazy, isn’t it? (La regina è il pezzo piu’ importante, non è folle?)".

Elena Maria Manzini

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