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PiumaLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Rosanna Donato05 settembre 2016Voto: 7.0
Quando arrivano le difficoltà il Samurai se ne rallegra. Forse è perché è scemo, direbbe Cate. No, risponderebbe Ferro: è che quando l’acqua sale, la barca fa altrettanto. Per Ferro e Cate saranno i nove mesi più burrascosi delle loro vite, anche se loro non hanno ancora capito la tempesta che sta arrivando: alla bambina ci penseranno quando nasce. Inoltre, devono preparare la maturità insieme al Patema e agli altri amici, il viaggio in Spagna e Marocco, vogliono pensare all’estate più lunga della loro vita, alla casa dove stare insieme, ai loro sogni di diciottenni.
Non sono solo Ferro e Cate a non essere pronti, ma anche i loro genitori: quelli di Ferro, che prima li aiutano e poi vanno in crisi sfiorando il divorzio; quelli di Cate, più assenti e in difficoltà di lei. Tutti alle prese, loro malgrado, con un nipote e una responsabilità in arrivo con quindici anni di anticipo. Insomma, di solito ci si mette trenta o quarant’anni per essere pronti a diventare genitori, ma Ferro e Cate hanno solo nove mesi e purtroppo un figlio non ti aspetta: tu puoi essere pronto o meno, ma lui arriverà. Ma se rimani leggero come una piuma e con il cuore dalla parte giusta, allora forse ce la puoi fare. Questa la sinossi ufficiale di “Piuma”, la commedia italiana diretta da Roan Johnson e interpretata da Luigi Fedele, Michela Cescon, Blu Yoshimi e Francesco Colella. Presentata in concorso alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la pellicola di Johnson rappresenta uno spaccato di vita quotidiana che spesso la gioventù di oggi è costretta ad affrontare, la nascita di un figlio in età prematura. Il regista, che si avvale perlopiù di campi totali per girare il film, tratta un tema tanto importante quanto difficile da gestire senza cadere nei soliti cliché con assoluta leggerezza. Questo è un aspetto che colpisce fin da subito lo spettatore, in quanto abituato a veder affrontare tematiche così forti con estrema intensità e drammaticità. Qui, invece, emerge la totale assenza di pesantezza in favore di un approccio più semplice, leggero e utile, volto al divertimento e all’insegnamento. Chi l’ha detto che una commedia non possa anche aiutare a riflettere su determinate situazioni che potrebbero presentarsi nella vita di tutti i giorni? Certo, la trama è banale, prevedibile e scontata, ma chiara e ben strutturata: se inizialmente alcune scene possono sembrare inutili ai fini del racconto, in seguito gli spettatori si renderanno conto che ogni momento è un tassello del puzzle senza il quale la storia non potrebbe concludersi. Non mancano però gli errori più comuni, in quanto la trama cade nei cliché con molta facilità, ma ciò non significa che non valga la pena vederlo. Inoltre, sono presenti elementi che simboleggiano la delicatezza della piuma (nome che ricoprirà un ruolo importante per tutta la durata del progetto): oltre alla leggerezza con cui viene affrontata la gravidanza, il regista ha pensato bene di inserire alcune scene di carattere fantasioso, come quella dei due protagonisti che nuotano per le strade di Roma o dentro il corpo di Cate per vedere il sesso del bambino. Peccato, invece, che non vengano approfondite neanche un minimo le storie di alcuni personaggi, come Stella (una fisioterapista molto particolare che ha regalato non poche risate al pubblico). Abbiamo parlato di ‘divertimento' perché la pellicola si lascia seguire con facilità grazie alla verve comica di alcuni personaggi, quali il padre di Ferro, quello di Cate e lo stesso ragazzo protagonista. Blu Yoshimi (Cate), invece, sembra fare da contraltare alla figura interpretata da Luigi Fedele, perché - pur prendendo la sua condizione con spensieratezza - si ritrova più volte a dover fare i conti con essa e con un ragazzo che non è sicuro di ciò che vuole e, per questo motivo, spesso combina danni. Nonostante la giovane età, i due attori principali sono risultati molto credibili nelle loro vesti, anche se a colpire maggiormente è stato il personaggio di Sergio Pierattini, il quale ha dato vita alle battute più esilaranti. Recitato in romanesco, aspetto che rende il film ancora più godibile, il film aiuta a comprendere nel profondo cosa significhi crescere e prendersi le proprie responsabilità, ma anche quanto sia necessario fare dei sacrifici quando si è in dolce attesa, per il proprio bene e - soprattutto - per quello del bambino. La pellicola è consigliabile a tutti in quanto non presenta alcuna scena che possa turbare ragazzi e rappresenta un dolce viaggio tra paure, ansie e gioie legate alla possibilità di diventare genitori. La frase dal film:
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