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Piccoli Brividi 2: I Fantasmi Di HalloweenLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Francesco Lomuscio17 ottobre 2018Voto: 6.0
Sarà vero che nessun film horror al mondo può competere con il terrore della pagina bianca?
Ne sa qualcosa la bella Sarah, ovvero la Madison Iseman di “Jumanji – Benvenuti nella giungla”, la quale, giovane aspirante scrittrice afflitta da un temporaneo blocco di creatività, si trova al centro della seconda trasposizione per il grande schermo della saga letteraria “Goosebumps”, introdotta nel 1992 e conosciuta in Italia come “Piccoli brividi”. Seconda perché arriva tre anni dopo quel “Piccoli brividi” che, diretto nel 2015 dallo specialista in film d’animazione Rob Letterman, calò Jack Black nei panni dello scrittore R. L. Stine che ha creato il fenomeno su carta (oltre quattrocento milioni di volumi venduti), per poi farlo trovare insieme alla figlia e ad alcuni amici alle prese con le creature accidentalmente liberate dai suoi testi. Il Jack Black che, non accreditato, torna soltanto brevemente in quel ruolo, rappresentando l’unico anello di congiunzione con il tassello precedente, in quanto stavolta il caos in città viene scatenato da Sonny, fratello della Sarah di cui sopra, incarnato dal Jeremy Ray Taylor di “It”, e dal suo compagno di scorribande Sam alias Caleel Harris, entrati a contatto con il pupazzo parlante Slappy e, di conseguenza, finiti a sfogliare i diabolici libri, senza poterne immaginare le conseguenze. Ed è proprio una simpatica frecciatina al palloncino rosso del malefico clown di kinghiana memoria ad essere inclusa nella circa ora e mezza di visione che, messa in piedi dall’Ari Sandel autore della commedia “L’A.S.S.O. nella manica”, aggiunge al cast il Ken Jeong del franchise “Una notte da leoni” e recupera dal capostipite diverse delle mostruosità destinate, in questo caso, a trasformare in un distruttivo incubo ad occhi aperti la notte di Halloween. Mostruosità che, tra Dracula, l’uomo lupo e il pelosissimo Yeti, prendono qui forma da maschere, replicando lo spirito profondamente anni Ottanta proto-Joe Dante che aveva caratterizzato il primo lungometraggio. Spirito ulteriormente accentuato dal ritorno in scena dei dispettosi gnomi; man mano che, in mezzo a scheletri e mummie, si aggiungono al mucchio orde di Jack-o’-lantern svolazzanti, un particolare e gigantesco aracnide e un esercito di orsetti gommosi, in maniera tale da intrattenere sia il pubblico dei grandi che quello dei piccoli, ai quali è ovviamente rivolta buona parte dello humour dispensato. Un pubblico che rimane sì sufficientemente divertito, ma che, mentre viene ribadito che non si giudica un libro dalla copertina, non può fare a meno di avvertire la sensazione di assistere ad uno spettacolo differente soltanto in minima parte da quello che lo aveva preceduto. Quindi, non ci si annoia di certo e il variopinto tripudio di effetti visivi svolge il proprio compito di riempire di attrazioni la nuova giostra in fotogrammi, ma, al di là delle già citate new entry e delle action figure dei Ryu e Ken del popolare videogioco “Street fighter” che vengono animate, l’insieme non offre null’altro in più rispetto al superiore predecessore. La frase dal film:
“La cosa più viva in questa casa è quel gatto impagliato” I FILM OGGI IN PROGRAMMAZIONE: In evidenza - Dal mondo del Cinema e della Televisione. |
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