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Peter Pan
J.M. Barrie l'ha scritta ormai un secolo fa per essere poi interpretata sul palco di un teatro londinese. Da allora ne ha fatta di strada il ragazzo che non cresce mai, attraverso il cartoon della Disney fino alla reinterpretazione del mito da parte del genio di Steven Spielberg (Hook - '91). Oggi Peter Pan è un film con attori in carne ossa che ci riportano all'Isola che non c'è ed all'eterno scontro con Capitan Uncino. Se poi sia una favola vera e propria o la metafora dell'addio all'infanzia di Wendy (non per niente il libro è intitolato "Peter & Wendy"), poco importa, perché alla fine l'unica cosa che conta è la capacità di continuare a sognare.
La storia è quella ben nota di Wendy ed i suoi fratelli che volano con Peter Pan e Campanellino fino all'Isola Che Non C'è, dove il temibile Capitan Uncino ed il suo equipaggio di pirati lo attendono per eliminarlo. Rapimenti, tradimenti e duelli si susseguono fino al pirotecnico finale.
Come da copione, soprattutto teatrale, l'attore che interpreta il padre di Wendy è anche Capitan Uncino, ed è sorprendente come Jason Isaacs (Il patriota) riesca a sdoppiarsi in questo duplice ruolo che lo vede un pirata addirittura migliore del Dustin Hoffman di Hook. Ma è il giovane Jeremy Sumpter, ovvero Peter, la vera rivelazione del film; praticamente perfetto sia caratterialmente che visivamente, ci restituisce la sensazione di trovarsi direttamente tra le pagine del romanzo, tanto che lo stesso regista l'ha definito una sorta di Errol Flynn dodicenne. Tutto questo, purtroppo, riesce solo in tono minore a Rachel Hurd-Wood (Wendy), un po' troppo bambolotta.
Fedelissima al romanzo in ogni suo aspetto, questa trasposizione cattura anche l'atmosfera delle illustrazioni di Greg Hildebrandt. Gli effetti speciali e gli interventi in post produzione - peraltro numerosissimi - sono integrati perfettamente tanto che alla fine li accettiamo tranquillamente considerandoli parte integrante del mondo favolistico creato da P.J.. Hogan (Il matrimonio del mio miglior amico). Proprio al regista va il maggior merito di quest'opera che riesce ad affascinare tutte gli spettatori, indipendentemente dall'età anagrafica, grazie allo spirito che la pervade e poi non dimentichiamo che l'Italia è il Paese dove è nata la "sindrome di Peter Pan" che affligge tanti trentenni.
Curiosità: è il primo film sonoro con persone in carne ed ossa dedicato a Peter Pan (quello del '76 con Mia Farrow era su video per la TV e non su pellicola) se si esclude un adattamento russo dell'87.
La chicca: il film è dedicato alla memoria di Dodi Fayed, già produttore di Hook, figlio del produttore esecutivo Mohamed Al Fayed.
La frase: "Ogni attacco a sorpresa per riuscire deve essere condotto immoralmente."
Indicazioni: Per chi non ricorda che la strada della felicità è dietro la seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino.
Valerio Salvi
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