Percy Jackson e gli dei dell'olimpo: Il mare dei mostri
Conclusa la saga sulla magia, conclusa quella sui vampiri, ora sul grande schermo è il turno delle divinità. Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – il mare dei mostri, è il secondo capitolo di una saga fantasy, ispirata all’omonimo best seller letterario di Rick Riordan.
Un sequel che sente su di se il peso di paragoni cinematografici, protagonisti troppo cresciuti e cambi alla regia. Questo nuovo film sul Mezzosangue figlio di Poseidone, è, infatti, diretto da Thor Freudenthal, che prende il posto di Chris Columbus.
La storia ha inizio con un colpo di scena: la barriera creata da Zeus per proteggere il campo Mezzosangue, viene buttata giù da un toro meccanico che minaccia il villaggio dei giovani discendenti di divinità. Per ripristinare lo status quo e garantire l’incolumità, serve necessariamente il Vello d’Oro che possa guarire l’albero da cui nasceva la barriera stessa. Percy (Logan Lerman) e gli inseparabili Annabeth (Alexandra Daddario) e Grover (Brandon T. Jackson), con l’aiuto di un nuovo personaggio, partiranno alla ricerca dell’oggetto prezioso nascosto nel pericolosissimo Mare dei Mostri. Ma un nemico è in agguato, mentre i nostri eroi dovranno affrontare nuove terribili creature per raggiungere il loro obiettivo.
Tra sentimentalismi, imprevisti e colpi di genio, la regia di Freudenthal supera la prova a pieni voti, aiutato da una tridimensionalità che raggiunge i massimi livelli visivi nelle sequenze marine. Il fatto che il regista si fosse già destreggiato, in varie vesti, con film dal target giovanile (Stuart Little, Diario di una schiappa), lo ha sicuramente aiutato. Dal suo background cinematografico inoltre, ha preso e rimodellato per l’occasione alcuni elementi della commedia, creando un fantasy per ragazzi ironico e divertente. Le gag comiche inserite tra un combattimento e l’altro, permettono, infatti, allo spettatore di rilassarsi e sorridere prima di una fuga improvvisa.
Molta è l’empatia con i personaggi, grazie all’ottima scelta del ricordare che sebbene si tratti di giovani per metà divini e l’ambientazione sia nell’antichità, l’arco temporale è quello contemporaneo ma la dimensione è parallela alla nostra. Spiritosi e particolari sono gli oggetti magici moderni, come il termos che contiene la furia dei quattro venti, il taxi che viaggia nelle due dimensioni guidato da una sorta di streghe senza occhi, o lo scotch che rende invisibile ciò che chiude.
Il cast, ormai complice, lo ritroviamo quasi interamente dal primo capitolo con l’aggiunta di qualche nome nuovo. Quel che viene da chiedersi è se sarà lo stesso fino alla conclusione dell’adattamento cinematografico, vista l’età adolescenziale dei protagonisti nei cinque libri e la lentezza con la quale stanno portando avanti la saga. Siamo, infatti, solo al secondo episodio, uscito a tre anni di distanza dal precedente.
La frase:
- "Percy Jackson.. il tuo destino è segnato"
– "Sono io l’artefice del mio destino!".
a cura di Valeria Vinzani
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