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Out of time
Cosa succede quando in una piccola cittadina un brav'uomo fa una cosa sbagliata per dei buoni motivi?
Dave Collard, sceneggiatore di Out of Time, sembra essere partito proprio da questo interrogativo per sviluppare la trama di quello che è diventato l'ultimo film (cronologicamente parlando, s'intende) del regista Carl Franklin, reduce dal successo di High Crimes - Crimini di stato. La storia, dunque, per quanto densa di suspense e colpi di scena fino all'ultimo fotogramma, è una delle più vecchie e scontate del mondo: un onesto comandante di polizia [Denzel Washington] decide di correre qualche rischio e di aiutare economicamente -ma non solo- la sua donna (che, com'è ovvio, vive all'ombra dell'immancabile ex moglie di lui [Eva Mendes], non ancora dimenticata), ma finisce in una serie di guai, tutti abbastanza fastidiosi e concatenatati gli uni agli altri come in una sorta di grande go-down. La solita corsa contro il tempo, insomma.
Nonostante le diverse battute divertenti, se non addirittura pseudo-comiche che costellano l'intera sceneggiatura (tipo quella del medico legale che, ricevendo una telefonata poco prima di staccare il turno, esclama "Ma chi è quello stronzo che muore all'ora dell'aperitivo del venerdì?!"), i contenuti della vicenda si riducono ad un affastellamento di circostanze alquanto intricate che hanno lo scopo evidente di rallentare la corsa dell'eroe verso la propria "salvezza" e di esaltare l'innegabile talento di Washington nell'interpretare questo tipo di personaggio. Sì, perché il premio Oscar ha già dimostrato, in passato, di essere in grado di sostenere ruoli grintosi, adrenalici, intensi e al tempo stesso vagamente spiritosi, e in Out of Time non si smentisce di certo (aiutato, probabilmente, anche un po' dal caldo opprimente della location, che gli ha fornito quell'aria realisticamente affannata e sfiancata). Le sue due co-protagoniste, dal canto loro, si mostrano abbastanza all'altezza della situazione, ma più che altro si impegnano a mantenere ben alto il livello di una sensualità che in un thriller come questo non può assolutamente mancare. La pellicola, che è stata definita dal regista stesso come un'avventura neo-noir, anche se un po' prevedibile nella trama e nel finale, presenta però anche delle note positive, oltre alla buona interpretazione del cast: i dialoghi sono piuttosto brillanti, il ritmo è incalzante al punto giusto, qualche colpo di scena è indovinato e ben piazzato. In conclusione, con Out of Time già sai cosa andrai a vedere, ma sai anche che se ti appassiona questo genere di film passerai due ore divertenti e, magari, persino da consigliare ad un amico.
Detto questo, una parentesi a parte la merita la Florida: ambientato per lo più in una anonima cittadina di provincia, il film è stato interamente girato in questo splendido Paese, traendone diversi vantaggi (per il cast... afa a parte!). La Gulf Coast e la città di Miami, ricche di vegetazione lussureggiante, colori vivaci e di una società particolarmente multirazziale, hanno regalato alla pellicola quel tocco di calore in più che la rende, dal punto di vista della fotografia, molto interessante.
Laura Spina
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