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Out Cold
Improvvisamente mi sento come Bill Murray imprigionato in un "loop" senza fine di giornate sempre uguali: una settimana fa entrava in sala di proiezione alla Buena Vista per vedere l'anteprima di "Corcky Romano", salutavo gli addetti stampa, trovavo uno scarno "press-book" ed assistevo a novanta minuti di spettacolo terrificante; oggi arrivo in sala, saluto lo stesso addetto stampa, trovo un "press-book" identico al precedente ed assisto ad altri novanta minuti da dimenticare (piuttosto in fretta, se possibile).
Pellicola ambientata sulle nevi dell'Alaska nella piccola cittadina di Bull Mountain, paradiso gli amanti dello sci, dove Rick (Jason London), Luke (Zach Galifianakis / "Corcky Romano"), Anthony (Flex Alexander) e Pig Pen (Derek Hamilton) sono i classici quattro inseparabili amici accomunati dalla passione per lo snowboard. Rick è il "figo" del gruppo, bello, atletico, vincente e di sani principi, Luke è lo "sciatto", cicciottello, simpatico ed intelligente, Pig Pen è il "rozzo" stupido, superficiale ed amante della birra ed infine Anthony, nero per il "politically correct" ed imbranato sullo snowboard.
Dopo un terzo di film ancora non si capisce quale sia la trama del film a parte che Rick ama una ragazza francese che lo ha lasciato, Anna (Caroline Dhavernas), ed è oggetto delle brame di Jenny (A.J. Cook), una sua vecchia amica del luogo.
Tra scherzi e lazzi degni delle peggiori produzioni italiane, ma senza nemmeno l'appeal della "smutandata" di turno (una castissima Victoria Silvestedt, che abbiamo potuto ammirare in ben altra guisa sul suo calendario), arriviamo a capire che un ricco magnate texano, un'immarcescibile Lee Majors ("L'Uomo da Sei Milioni di Dollari"), ha intenzione di trasformare Bull Mountain in una macchina turistica eliminando, senza alcuno scrupolo, qualsiasi ostacolo gli si frapponga. Si procede quindi verso lo scontatissimo finale.
C'è da dire che già il titolo non deponeva molto bene, visto che nell'89 era uscita un'altra commedia, "Out Cold", veramente bruttina, poi i fratelli Malloy non hanno fatto veramente nulla per far salire leggermente di tono uno script che già di per se avrebbe affossato anche Martin Scorsese. Fin dai titoli di testa in cui assistiamo ad un'interminabile discesa in snowboard, durante la quale il protagonista si ritrova miracolosamente in cima ad una montagna almeno un paio di volte, si percepisce quello che sarà il noioso prosieguo.
A parte l'inventiva di un simpatico scherzo che i protagonisti fanno all'amico ubriaco, nemmeno le singole gag strappano un sorriso, aggiungiamo un parterre di attori dal profilo piuttosto basso ed un doppiaggio non esaltante (soprattutto Anna con un'orrenda vocina cantilenante) e otteniamo l'indigesto piatto finale.
La frase: "Io credo in una regola d'oro: avete la carta d'oro? No? Allora le regole le faccio io."
Curiosità: nella scena finale viene citato l'epilogo di "Casablanca" (l'aereo che sta partendo, la separazione dell'amore della propria vita, ecc.), è singolare che il nome del protagonista sia Rick come appunto in Casablanca.
La chicca: Inga viene spacciata per svedese, ma nella scema dell'idromassaggio dice: "noi abbiamo un detto in Svizzera...", insomma da dove viene realmente?
Indicazioni: Ci sono i mondiali in televisione...
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