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Novo
Graham (Eduardo Noriega), si trova a dover ricominciare la sua vita ogni dieci minuti, per una caduta che gli ha tolto temporaneamente la memoria: la trama è praticamente tutta qui. Detta così potrebbe sembrare che "Novo" sia il rifacimento di "Memento" di Christopher Nolan, uscito appena due anni fa. Ma, invece, il regista Jean-Pierre Limosin tiene a precisare che nel caso del suo film, la perdita di memoria è soltanto temporanea. La differenza sta a voi giudicarla (io non l'ho capita).
Comunque, se prescindiamo dalle fonti o dai rimandi e consideriamo "Novo" come un film "nuovo" (simpatico giuoco di parole!), non mi sembra che la resa filmica del racconto regga. Ma ve lo immaginate un tema come quello di un uomo che non ha passato né, ovviamente, futuro nelle mani di un grande regista? Potrebbe essere materia assolutamente scoppiettante. E invece qui, il racconto è schiavo di una storia che vuole essere trasgressiva e non lo è per niente.
Tra sculacciate come fonte di piacere, reggiseni che misteriosamente si slacciano da soli, cubetti di ghiaccio alla 9 settimane e ½, Graham viene usato come uomo oggetto per soddisfare i propri bisogni sessuali dalla sua capoufficio (che ovviamente se ne innamora), poi viene adescato da Irene (Anna Mouglalis), una ninfetta che lo usa per i suoi giuochi erotici (che ovviamente se ne innamora), ma in tutto questo scopriamo che Graham è addirittura sposato con Isabelle (che ovviamente si innamora dell'amico) e si chiama Pablo (che casino!). Insomma, anche se smemorato, non si può dire che il nostro personaggio si annoi.
La cosa che più lascia stupiti è il fatto che Graham non si pone mai il problema di una ricerca del suo passato (il che, però, potrebbe essere una legittima esigenza del racconto), ma in alcuni sprazzi si dispera senza motivo e non dovrebbe visto che è incosciente (c'è una scena in un museo dove il Nostro cerca delle tracce del suo passato: Boh!).
A tutto questo si aggiunga una regia "frizzante" come solo i giovani francesi sanno fare, il sottofondo di musica che fa tanto trendy, come il trip-hop o il jazz (per favore lasciate in pace Billie Holiday), un pre-finale alla Kusturica e avremo un film che vuole uscire dagli schemi ma che purtroppo non fa altro che intrappolarvisi.
Comunque, a difesa, bisogna dire che ci sono buoni spunti, come ad esempio: una buona fotografia, delle strane ambientazioni surreali e… scusate è scaduto il tempo: non me lo ricordo più.
Renato Massaccesi
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