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Nel mio amore
Dopo la morte del marito, Stella torna nella casa paterna, sulle rive di un lago di montagna.
Qui, nella casa che l'ha vista nascere deve fronteggiare il suo passato: un passato molto doloroso di cui avverte il peso enorme. Ritorna con la mente agli anni giovanili: l'incontro con Fausto l'aristocratico di cui si innamora a che diverrà suo marito, la nascita dei figli: Laura e Michele, la gelosia di Fausto nei confronti di Michele, gli alterchi e i violenti litigi tra padre e figlio fino al tragico epilogo. Michele viene accidentalmente investito dall'auto guidata dal padre e muore. Stella è piena di odio verso il marito, il dolore è costante, la figlia se ne va e rifiuta qualsiasi dialogo con la madre.
In montagna Stella incontra Jacques, un misterioso pittore con cui Michele aveva stretto amicizia. Jacques cerca di consolarla. Sarà proprio quest'uomo che, a sua volta ha perso la moglie e una figlia in un drammatico incidente d'auto, a ridarle speranza e a spingerla a recuperare il rapporto con Laura.
Susanna Tamaro deve la sua fama, a livello internazionale, al celebre "Va dove ti porta il cuore" ma forse pochi sanno che ancor prima che scrittrice vanta nel suo curriculum un diploma in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Per il suo esordio ha preferito "giocare in casa": si è ispirata, infatti, al racconto L'inferno non esiste tratto dal suo libro Rispondimi. È la storia di una donna incapace di prendere delle posizioni e per questo in balia degli eventi, che attraverso il dolore deve ricostruire la sua vita.
Ritorna il tema della memoria, tanto caro all'autrice, qui tradotto in una serie di flash back in un gioco di rimandi tirato però troppo alle lunghe, che indugia eccessivamente sul rapporto conflittuale tra padre e figlio ma senza scavare a fondo. Elementi questi che fanno pericolosamente traballare una già fragile struttura narrativa: privo di qualsiasi coinvolgimento emotivo, il film scivola via via nella noia. Ad accrescere il disagio, lunghe disquisizioni sull'essenza del Bene, sul significato dell'Amore e toni inutilmente "forti" nei confronti di un credo religioso che, indipendentemente dalle proprie convinzioni, non può essere ridotto a deliranti affermazioni o scambi di battute sarcastiche.
La sufficienza va solo a Licia Maglietta, attrice dotata a prescindere da tutto.
Cristina Giovannini
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