Nati stanchi
Salvo (Ficarra) e Valentino (Picone) sono due disoccupati siciliani. Fin qui niente di strano, ma loro vogliono restare tali e fanno di tutto per non mutare questo stato. Partecipano a tutti i concorsi pubblici, facendo ben attenzione a non passarli, utilizzando questa occasione come una sorta di vacanza lontano da casa e dalle loro fidanzate, d'altronde loro sostengono che "...è giusto che la gente lavori, ma se andiamo tutti lavorare, al bar chi ci va? Nessuno! Questo è mettere in ginocchio l'economia della Sicilia, perché è un'economia basata sul bar!".
Il bel gioco è, però, destinato a finire. Dopo l'ennesima spedizione, questa volta a Milano, qualcosa cambierà e non proprio come avrebbero sperato ed anche le loro fidanzate Sandra (Marica Coco) e Loredana (Stefania Bonafede) verranno investite dall'onda del cambiamento.

La storia, di per se già divertente, che fa leva sull'eterno complesso di "Peter Pan" che sembra affliggere tutti i trentenni italiani, è anche l'occasione per inserire vari pezzi del repertorio dei due comici che si ispirano alla classica commedia italiana. Oltre a questo si passa ad esplorare il rapporto uomo donna o meglio l'universo maschile e quello femminile con le loro tipiche incomprensioni (in maniera abbastanza superficiale), che alla fine ci riconducono ad un intento comune: ognuno vuole seguire i suoi sogni.
Divertentissima è la parodia della campagna elettorale per l'elezione a sindaco in cui si scontrano due forze politiche: il "Mandorlo in Fiore" e "Forza Noi" (di chiara ispirazione) con i loro assurdi progetti il cui fine ultimo è solo quello di favorire i politici stessi.
Il regista, Dominik Tambasco, svolge un lavoro egregio, seppur non memorabile, ben supportato dalla colonna sonora dei Tinturia.
Una menzione speciale all'abbigliamento di Salvo e Valentino che sfoggiano delle magliette attillate a righe decisamente improponibili, abbinate a giubbottini recuperati da un qualche mercatino delle pulci.

La frase: "Gli errori si fanno, l'importante è capire dove si sbaglia e tu sono cinque anni che mi fai capire dove sbaglio. Ogni giorno."

La Chicca: la telefonata di Don Ciccio agli amici in cui parla di "cavalli" spediti che richiama le intercettazioni telefoniche di Dell'Utri in cui i "cavalli" erano sinonimo di partite di droga.

Indicazioni:
Per farsi due risate in leggerezza.

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