Monsters & Co.
Ormai l'uscita di un lungometraggio della Pixar è una sorta di evento atteso con una certa trepidazione, almeno da chi ama questo genere di produzioni. Anche in questa occasione c'è da dire che l'attesa è stata premiata; il lungometraggio è divertentissimo, ma non soltanto per la simpatia dei personaggi o delle situazioni, ma anche per una trama originale e per le numerose citazioni che possiamo trovare.

Parallelamente al mondo che conosciamo ne esiste un altro abitato da incredibili creature mostruose; mostruose nell'aspetto, ma per il resto simile in tutto e per tutto a noi tranne che per la forma d'energia che utilizzano per alimentare auto, apparecchi, stabilimenti e quant'altro. L'energia è quella prodotta dalle grida di paura di noi umani, o meglio dei bambini. La "Monsters Inc." è l'azienda leader nella produzione di energia e Sulley è il migliore in questo lavoro.
Sulley è un gigante di due metri d'altezza per duecento chili di peso, dal pelo blu e viola, che riesce a spaventare qualsiasi bambino. Il suo braccio destro, nonché suo migliore amico, incaricato del suo allenamento e dell'immagazzinamento dell'energia, è Mike Wazowski (un monoloco verde) e sono in lizza per la palma di migliori spaventa-bambini della Monsters Inc. contro il perfido Randall (un lucertolone camaleontico).
Ma qual è l'unica cosa che temono i mostri? I mostri hanno una terribile paura dei bambini. Sono convinti che qualunque loro indumento sia tossico e che il loro tocco possa ucciderli, quindi evitano in ogni modo di restare "contaminati". Pensate che potrebbe succedere se una bambina riuscisse ad entrare nella "Monsters Inc."?

Il film, sfruttando la possibilità di proporre dei personaggi incredibili, risulta esilarante soprattutto per il marcato contrasto tra l'aspetto terrificante dei mostri e le loro ansie e paure decisamente umane.
Tecnicamente c'è stata una buona evoluzione anche sul piano dell'animazione, grazie al nuovo programma di rendering "Fiz-T" si sono potuti animare indipendentemente i personaggi dai loro vestiti (o peli). In questo modo abbiamo movimenti estremamente fluidi e senza scatti, che uniti all'espressività ottenuta dagli animatori ci restituiscono dei mostri quasi umani. Sul piano degli umani, invece, la scelta Pixar resta quella di realizzarli in modo palesemente "finto" (contrariamente all'effetto di "Final Fantasy") per ricordarci che siamo di fronte ad un cartoon e non ad un film.
Molto simpatico anche il contrasto tra i titoli di testa stile commedia americana primi anni settanta e l'incredibile cura dell'animazione del film.

E veniamo alle numerose citazioni per le quali si potrebbe aprire una vera e propria gara; a parte la bambolina di Jessie, il pupazzetto di Nemo ed il DVD di "Bug's Life" (che sono un facile omaggio alle precedenti e future produzioni Pixar), c'è la carta da parati della stanza di "Toy Story" che viene utilizzata per le prova camaleontiche di Randall, oppure la sequenza d'apertura in cui la radiosveglia trasmette la stessa frase di "Ricomincio da Capo" (film con Bill Murray), l'allenamento di Sulley stile Rocky Balboa, l'entrata dei mostri in fabbrica come in "Armageddon", la hall della Monsters Inc. uguale a quella di "Man in Black" o la sequenza d'apertura del simulatore per spaventare i bambini ispirata al simulatore di "Star Trek II". Questo è solo l'inizio, ce ne potrebbero essere altre cento, ma lascio a voi il piacere di scoprile.

Un ultima cosa, il film è preceduto, come di consueto, da un cortometraggio veramente esilarante (peraltro candidato all'oscar).

La chicca: il ristorante in cui Mike porta Celia si chiama "Harryhausen" in omaggio al grande Harry Hausen inventore dell'animazione in stop-motion (quella de "Gli Argonauti" per capirci).

Curiosità: nella versione inglese le voci di Sulley e Randall sono rispettivamente di John Goodman e Steve Buscemi che sono al quarto film insieme, ma gli altri tre sono tutti dei fratelli Cohen.

Indicazioni:
Un altro piccolo grande capolavoro che va sicuramente visto.

Valerio Salvi

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