Mommy
Passione, emozioni, brividi. Xavier Dolan con i suoi soli 25 anni e cinque film alle spalle è entrato con merito nel giro dei grandi, per l’occhio particolare che ha nei confronti dei suoi personaggi, che ricerca e narra con attenzione, quasi che l’occhio indiscreto della macchina da presa sia il suo modo di vedere il mondo e l’intimità delle persone. Il pubblico non ha ancora avuto modo di conoscerlo da vicino perché i suoi film continuano a rimanere di nicchia, lontani dalla curiosità per la novità che porta il pubblico in sala e a iniziare il passaparola. Eppure di talento ne ha da vendere lui che è sceneggiatore, regista e spesso attore dei suoi stessi film, che si caratterizzano tutti quanti per una fluidità inaspettata della narrazione e per la ricerca peculiare di una storia mai narrata.
“Mommy” è infatti il racconto di una famiglia formata da madre e figlio, due persone che vivono ai margini della società e di cui nessuno più si interessa. La vita li ha messi a dura prova, e loro per tutta risposta si rimboccano le mani e provano ad andare avanti cercando di sorridere e affrontare coraggiosamente tutto quanto. Ma il figlio che dalla madre ha ripreso sicuramente un carattere forte, ha una malattia mentale che lo porta ad essere incontrollabile e violento nei momenti in cui si inalbera. Una vicina di casa con un passato altrettanto difficile entra nella loro quotidianità apparentemente equilibrata, ma quel che si vede è solo un caos calmo in attesa di scoppiare.
Dolan gioca con la macchina da presa divinamente per entrare nell’esistenza di questa famiglia disagiata, puntando l’obbiettivo in primo piano sul personaggio di turno e restringendo e allargando l’inquadratura a seconda che si sentano liberi o sotto pressione. L’analisi umana delle due personalità arriva a toccare un livello d’intimità che non si vede spesso al cinema, tanto da far emergere sensazioni di tensione e preoccupazione quando il tono della trama s’inacutisce. Un continuo climax di inquietudine fa percepire nell’aria una catastrofe imminente infatti, e lo spettatore guarda inerme in attesa di un colpo di scena che sta per arrivare ma non si sa sotto che forma.
E’ la ricerca di una felicità inesistente; è la voglia di possedere una vita normale da chi ha sempre dovuto lottare per sopravvivere; è la spietata condizione di impossibilità nei confronti di un destino avverso che invece di aggiustare le cose le complica sempre più nonostante si faccia di tutto per migliorarle. Xavier Dolan con “Mommy” filma un altro grande film, energico e vivace, che non finisce mai di colpire per la sua grandezza e quella di un regista così giovane eppure così avanguardista. Esilarante.
La frase:
"Non basta amare qualcuno per salvarlo".
a cura di Valeria Vinzani
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