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Millennium Mambo
Vicky (Shu Qi - Portland Street Blues) è una venticinquenne divisa tra due uomini: Hao-Hao (Thuan Chun-hao) e Jack (Kao Jack - Città dolente). Lei vive con Hao-Hao ma lui la tratta continuamente male, tanto che decide di scappare e di rifugiarsi da Jack. La loro da semplice amicizia, potrebbe trasformarsi in qualcosa di più profondo, ma lui deve "cambiare aria per un pò" a causa di problemi legali. Guardando la pellicola mi sono chiesta se è una mia mancanza di sensibilità o se davvero questi film orientali non si capiscono. In realtà, la storia potrebbe essere considerata attuale, metropolitana, simile a quella che potrebbe capitare a qualsiasi ragazza, ma il modo in cui viene presentata, i ritmi, le tecniche di ripresa, i dialoghi, sono troppo distanti dal mio mondo. Con questo non voglio assolutamente dire che il film non mi abbia intrigata, anzi, ma non sono riuscita a carpirne gli aspetti più nascosti, le allusioni. Millennium Mambo è di una contemporaneità disarmante, ma troppo esasperata. Le creature che vi vengono rappresentate sono tutte notturne, tutte fredde e distaccate, tutte prese dalla musica techno, da droghe varie, dai video-games. Non esistono normali rapporti sociali, si vive isolati, ci si incontra con gli altri solo per andare a ballare o per fumare. Le atmosfere sono fredde, predominano il blu ed il viola, la filosofia di base è quella nichilista o autolesionista. Hao-Hao cerca di annullarsi, si ribella contro ogni conformismo morale e legale, vive solo per fumare anfetamine, mixare dischi techno e tentare di superare tutti gli altri alle sfide di video-games. Vicky invece, debole e romantica si aggrappa all'illusione di vivere con una persona che ha idealizzato ma che ormai non esiste più. Continua la sua storia con Hao-Hao cullandosi nei ricordi di un passato che si allontana a velocità crescente, e non riesce a fare i conti con il presente, squallido e triste, che il ragazzo le propone ogni giorno. Credo che questa esasperazione, questa enfatizzazione delle situazioni, non giovi al film. Se tutto fosse più pacato, con i contorni meno netti, sarebbe più credibile, più accettabile. Mi rifiuto di credere che esistano vite come queste, in cui non si senta mai il bisogno di amici, di famiglia, di lavoro. Mi rifiuto di credere all'esistenza di una realtà talmente corrotta, in cui tutto è finalizzato al soddisfacimento più basso dei sensi. Spero che questa sia solo la visione del regista, e non la attualità di Taiwan.
Teresa Lavanga
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