Mia moglie è un'attrice
Tutti vorremmo avere come fidanzata una bellissima attrice, che so la Pfeiffer o la Bellucci, ma com'è la vita accanto ad una star? Siete ammirati ed un pò invidiati da tutti, è vero. State con una donna bellissima ed anche intelligente, pure vero. Acquisite una serie di "fringe benefits" che vanno dall'entrata in locali esclusivi alle facilitazioni anche più comuni, indiscutibile. Ma... ma non avete più libertà, privacy, intimità e, soprattutto, se siete un pò gelosi è la fine. Lo scoprirà molto presto Yvan (Yvan Attal), giornalista sportivo, sposato con Charlotte (Charlotte Gainsbourg) star del cinema francese.
Non passa sera che non vengano disturbati al tavolo di qualche ristorante o che camminando per strada non si trovino assediati dai cacciatori d'autografi, ma è il prezzo dell'amore, prezzo mai troppo alto finché qualcuno non mette la pulce nell'orecchio di Yvan circa le possibili infedeltà della moglie.
Possibile che in tutte quelle scene di sesso che si girano sia tutto finto?
Possibile che siano tutti così professionali da non lasciarsi trascinare?
Io mi "arrapo" solo guardandoli, figuriamoci l'attore che gira con lei?
Certo quel bacio non mi sembrava proprio finzione?
Tempo dieci minuti e Yvan è in viaggio per Londra dove la moglie sta girando un film con una grande star del cinema: il noto playboy John (Terence Stamp).
La crisi sembra inevitabile con il tarlo della gelosia che mina anche le sicurezze della stessa Charlotte.

Una commedia molto leggera, diretta dallo stesso Attal, che riversa molta della sua vita nello script senza però scadere nell'autobiografico. Tutti gli attori in effetti non sembra nemmeno che stiano recitando, si limitano piuttosto a vivere sul set enfatizzando qualche aspetto del loro carattere per strappare il sorriso del pubblico. A corroborare una storia abbastanza lineare (e breve) sono stati inseriti dei personaggi di contorno, come la sorella di Yvan, che si trovano alle prese con una situazione plausibile, ma allo stesso tempo grottesca.
Seppur partendo in modo piuttosto convincente, sfruttando un'idea abbastanza innovativa, il film tende a perdersi in un finale dove il ritmo ha ceduto il passo ad una certa stanchezza. L'unica cosa che resta uscendo dalla sala è la figura di Stamp che ha ben caratterizzato un attore ormai stanco e demotivato, ma soprattutto intrappolato in un sistema in cui non crede più.
Nel complesso nulla di indimenticabile, ma comunque ben girato, con una strizzatina d'occhio al gioco della scatole cinesi con il film nel film (non siamo ai livelli del "Full Frontal" di Soderbergh, ma piuttosto del "Tootsie" di Pollack).

Curiosità: Attal ha fatto cantare le battute del copione alla Gainsbourg per creare un'atmosfera molto libera sul set.

La frase: "Lo donne sono come gli autobus, ce n'è sempre un altro!"

Indicazioni:
Per una serata all'insegna della leggerezza.

Valerio Salvi

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