Maze Runner - La fuga
In questo secondo capitolo della saga di Maze runner, ritroviamo Thomas, che aveva guidato i suoi compagni fuori dal Labirinto, e gli altri sopravvissuti, scampati alla prigionia e alla società che lì gli aveva inviati, un’organizzazione conosciuta come WCKD, di cui si hanno poche informazioni, ma che sembrava essere stata distrutta alla fine del primo film.
Dopo questo doveroso riassunto possiamo dire che i nostri eroi vengono portati dai loro salvatori in una struttura che dovrebbe essere, nelle loro speranze, un rifugio sicuro, un passaggio verso una sistemazione migliore. Ma la realtà è un’altra e ben presto il gruppo se ne rende conto e decide di scappare e affrontare la pericolosa Zona Bruciata per raggiungere la resistenza che è riuscita a creare, nel frattempo, non pochi problemi alla WCKD. Per la prima volta vediamo le devastazioni che hanno colpito la città e anche gli effetti della malattia che l’organizzazione cerca di sconfiggere con il sacrificio di molti giovani, gli unici a essere immuni al morbo che colpisce la popolazione, ma di cui non viene resa nota l’origine.
I giovani sopravvissuti devono affrontare un difficile viaggio in una terra impervia senza sapere di chi possono fidarsi realmente. Senza sapere che le ideologie della WCKD hanno messo radici in uno di loro e che l’organizzazione avrebbe fatto di tutto per riavere le sue preziose cavie. Il tutto per arrivare a un drammatico finale che lascia aperta la strada a un futuro sequel.
Questo secondo capitolo si svolge in maniera molto simile al precedente e d’altronde non sorprende visto che la mano che sta dietro la macchina da presa è la stessa, quella del regista Wes Ball.
In “Maze Runner - La fuga” viene reso più chiaro il ruolo dei ragazzi e quale situazione esiste al di fuori dei laboratori della WCKD. Vengono approfonditi alcuni personaggi e il loro ruolo nella storia, in particolare quello del leader del gruppo Thomas, un vero e proprio condottiero dal passato, però, poco chiaro. Un passato che piano piano torna in superficie grazie ai suoi ricordi e a quelli di Teresa, che ci riportano in brevi flashback a prima del loro arrivo nel labirinto e ci fanno capire che ruolo hanno giocato in tutta la vicenda.
La pellicola pur non distinguendosi per originalità, né della trama né dello svolgimento, privo di veri e propri colpi di scena, è gradevole e raggiunge pienamente la sufficienza, senza però mai appassionare realmente lo spettatore o lasciarlo con il fiato sospeso in attesa di vedere lo sviluppo degli eventi. Non convincono pienamente nemmeno le performance dei giovani attori protagonisti, che mancano di spessore e di approfondimento dei personaggi.
In chiusura possiamo dire che “Maze Runner - La fuga” non può essere definito certamente uno dei prodotti meglio riusciti di questo genere, a cui appartengono i ben più blasonati “Hunger games” e “The divergent series”, ma che comunque permette di passare piacevolmente le oltre due ore di visione, a patto di non aspettarsi un prodotto innovativo o estremamente coinvolgente.
La frase:
"Se c’è una cosa che so di quella ragazza, è che sa badare a se stessa".
a cura di Redazione FilmUP.com
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