Matrix Revolutions
Alla fine posso dire di essermi levato il dubbio principe sui sequel di Matrix: si poteva fare un solo episodio, anche di tre ore, senza costringerci a questa corsa a tappe (divenuta molto di moda) nella quale ci sono delle pause e delle sequenze che potevano essere tranquillamente sforbiciate.
Questa Revolutions si dimostra sicuramente superiore al Reloaded anche se non perde occasione per una digressione cyber-filosofico-zen sul significato di "karma" e "amore", che peraltro mi ha lasciato molto perplesso.

Tutti gli indizi disseminati nel precedente episodio vengono raccolti e modellati per questo pirotecnico finale in cui Zion dovrà fare i conti con le macchine ormai dentro le sue mura e Neo dovrà intraprendere un nuovo cammino nella speranza di poter fare qualcosa per arginare la minaccia incombente. Ma se questi sono i termini stessi dell'equazione di Matrix, come anche l'Oracolo (Mary Alice / Malcom X), il Merovingio (Lambert Wilson / Marquise) e l'Architetto (Helmut Bakaitis), l'Agente Smith (Hugo Weaving / Il signore degli anelli) non lo è più. La sua "fusione" con Neo lo ha portato ad un nuovo livello di coscienza e soprattutto a cavallo tra reale e illusione.
Quindi: "Welcome to the real world!"

La differenza maggiore tra questo capitolo ed il precedente è sicuramente la maggior umanizzazione del tutto. Dall'inizio asettico della stazione della metrò (e di Matrix in generale) in cui troviamo Neo, ci ritroviamo catapultati nella sporca e dura realtà di Zion dove si combatte metro per metro uniti in un impegno corale, ben diverso dagli slanci supereroistici di Trinity, Morpheus e Neo. Gli stessi effetti speciali sono meno aggressivi (o forse iniziamo ad abituarci) dei precedenti e piuttosto che vedere "don Camillo volare" ritroviamo migliaia di macchine impegnate nella distruzione dei nemici umani. Il cammino dei fratelli Wachowski è finalmente giunto al capolinea (speriamo) ed ora dovranno dimostrare, con qualcosa di diverso, il loro reale valore di registi e sceneggiatori lontano dalla familiare e protettiva Matrice che li ha lanciati nell'Olimpo.

Ovviamente tacciamo sul finale e sulle relative implicazioni con l'augurio che sia quello che vi aspettavate (e non da poco tempo ormai).

Curiosità: l'aspetto di Oracolo è cambiato perché purtroppo Gloria Foster ci ha lasciato ed è molto bello il dialogo tra Neo e Mary Alice (il nuovo Oracolo).

La chicca: il film uscirà in contemporanea mondiale, in Italia alle 15, in California alle 6 del mattino e in Giappone alle 23.

La frase: "Tutto quello che ha un inizio, ha una fine."

Indicazioni:
Obbligatorio per i fans e piacevole anche per chi non ha gradito il secondo episodio.

Valerio Salvi

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