Machete Kills
Considerando che "Machete", secondo il regista Robert Rodriguez, è stato un po’ il suo "Rambo", questo sequel, nelle idee dello stesso, sarebbe dovuto essere un "Rambo 2 - La vendetta", con l’ex agente federale protagonista che, come il Sylvester Stallone della pellicola diretta da George Pan Cosmatos, doveva svolgere una missione apparentemente impossibile per conto del governo USA.
E, in effetti, così è stato, perché, in seguito a quei pochi minuti iniziali che, affiancato nuovamente da Jessica Alba nel ruolo dell’ufficiale dell’immigrazione Sartana Rivera, lo vedono immediatamente impegnato a fare a fette gli avversari di turno, Danny Trejo si trova a dover portare a termine un compito commissionatogli dal presidente degli Stati Uniti, con le fattezze di un Carlos Estevez che altro non è che Charlie Sheen: eliminare Mendez alias Demian Bichir, pazzo rivoluzionario dal cuore collegato al comando di un missile che verrà azionato per distruggere la razza umana nel caso in cui dovesse cessare di battere.
Il folle pretesto che basta all’autore di "Sin city" non solo per riproporre in scena l’irresistibile personaggio portato per la prima volta a conoscenza del pubblico grazie all’esilarante fake trailer posto in testa al grindhousiano "Planet terror", ma anche per sfruttare il campionario di folli trovate atte a tempestare l’oltre ora e quaranta di veloce visione.
Perché, mentre fanno il loro ritorno anche Michelle Rodriguez e Tom Savini rispettivamente nei panni della camionista ribelle Luz e di Osiris Amanapur, con il quale Machete ha ancora un conto in sospeso, non sono assenti, tra l’altro, né un reggiseno metallico spara-proiettili indossato dalla sexy Sofia Vergara, né la pistola fallica già vista in "Dal tramonto all’alba" e "Desperado".
Quel "Desperado" da cui "Machete kills" non solo recupera il protagonista Antonio Banderas per fargli incarnare una delle identità del killer conosciuto come El Cameleon, che assume progressivamente le fattezze di Walt Goggins, Cuba Gooding Jr. e Lady Gaga, ma anche il gratuito spargimento di cadaveri che, nonostante il tutt’altro che serioso clima dell’operazione, finisce a tratti per apparire eccessivo.
Infatti, man mano che troviamo Mel Gibson nella parte del cattivo e che il sotto testo antirazzista del capostipite viene sostituito con qualche ironica frecciatina al mondo dei politici, sono proprio gli eccessi quasi demenziali a rischiare di trasformare questa seconda avventura in una parodia di quello che, nel 2010, si rivelò un azzeccatissimo omaggio ai b-movie del passato.
Una parodia che riesce comunque nell’impresa di divertire lo spettatore senza annoiarlo mai, in mezzo a omaggi alla saga “"Star wars" e alla varietà di eliche usate per fagocitare corpi... fino a un finale apertissimo per l’annunciato "Machete kills again... in space", ma solo dopo averci lasciato apprendere che Machete non fuma, non twitta, non scherza, vuole bene a tutti e, soprattutto, càpita!
La frase:
"Tu conosci il Messico, cavolo, tu sei il Messico".
a cura di Francesco Lomuscio
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