Love and Mercy
Genio e sregolatezza. Non c’è un modo migliore per definire il talento puro e unico di Brian Wilson, il leader dei Beach Boys che hanno riscritto il mondo della musica contemporanea insieme ai Beatles.
La vita di Brian Wilson non è soltanto i dischi venduti e gli applausi della folla, ma soprattutto il dramma privato di una malattia che lo ha costretto per oltre 10 anni a subire le sevizie del sedicente medico Eugene Landy. Bryan Wilson è davvero “Love and Mercy”, titolo di uno dei suoi più grandi successi e del biopic diretto da Bill Pohlad, già produttore premio Oscar per “12 anni schiavo”.
Il metodo narrativo scelto per il film è davvero molto intrigante, una doppia narrazione con due attori straordinari come interpreti: Paul Dano è il Brian Wilson anni '60 a caccia di fama e gloria per la sua musica, il secondo degli anni '90 è un John Cusack straordinariamente convincente nei panni di un vecchietto con la cui vita il medico si diverte a giocare. Eugene Landy è interpretato da un pazzesco Paul Giamatti, mentre la donna di cui si innamora Brian Melinda Ledbetter da Elizabeth Banks.
Quello di Bill Pohlad non è soltanto un biopic o un omaggio a Brian Wilson, ma alla musica tutta. Nel film ci sono quasi tutti i grandi successi partendo da “Don't worry baby” e arrivando a “God only knows”, definita più volte da Paul McCartney la più bella canzone di sempre. Sicuramente uno degli album più belli è Pet Sounds, composto dal giovane Brian Wilson insieme al resto della band e bocciato dal pubblico, per poi essere destinato ad entrare nella leggenda soltanto diversi anni dopo. L’altro album simbolo dei Beach Boys è Smile, ma la vita non sorrise a Wilson che come detto venne maltrattato piuttosto duramente dal medico e fu costretto a ritirarsi dalla scena.
L’album maledetto è restato in cantiere dal 1966 fino al 2011, quando finalmente fu completato e rilasciato.
Il film è girato in modo splendido, con alcuni passaggi quasi documentaristici che ripropongono in modo fedelissimo dei video della band, ma quelli che appaiono sullo schermo sono gli attori.
I Beach Boys erano già stati raccontata in tv con i film Sogni d'estate la storia dei Beach boys di Michael Switzer e The Beach boys di Jeff Bleckner, ma questo è un film su un uomo che nonostante uno status quasi divino è stato maltrattato. La band c’è e così la loro straordinaria storia, ma come già fatto da Eastwood con “Jersey Boys” l’attenzione maggiore è per il privato dei protagonisti. La straordinaria umanità di Brian Wilson mette quasi in secondo piano tutto il resto, il suo sguardo quasi confuso nel chiedersi “Chi sono io?” e nel rispondersi “Sei la storia della musica contemporanea” forse potrà sorridere dopo essersi visto sullo schermo.
Omaggiare una persona viva è sempre molto complesso, ma è la storia di Brian ad essere incredibilmente unica nella sua complessità. I grandi della musica sono belli e dannati, ma nel caso di Brian il diavolo era prevalentemente fuori di lui e in questo film potrete scoprire la sua storia incredibile accompagnati da alcune delle canzoni che hanno contribuito a far diventare le spiagge della California una leggenda, proprio come la band che le cantava e le continua a cantare ancora oggi.
La frase:
"Abbiamo suonato con tutti…Sinatra, Elvis, ma tu ci fai sballare il cervello".
a cura di Thomas Cardinali
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