Quel nano infame
Soltanto all'interno di una folle mente come quella di Keenen Ivory Wayans, responsabile degli esilaranti "Scary movie" (2000) e "White chicks" (2004), poteva prendere forma l'idea di "attaccare" la testa di un uomo alto ben 188 centimetri al corpo di un ragazzino di nove anni.
Nella sua ultima fatica, "Little man" (sorvoliamo sul titolo italiano), infatti, a quanto pare pensata dopo aver visto la copertina del film dell'orrore "Test tube baby", il fratello Marlon, grazie a particolari riprese effettuate ricorrendo all'ausilio del green screen, recita con il corpo del piccolo esordiente Linden Porco per interpretare il duro ladro Calvin Sims, alto meno di un metro, il quale, appena uscito di prigione, decide di mettere a segno un ultimo colpaccio prima di ritirarsi dall'attività criminosa. Insieme al compare Percy P, con il volto di Tracy Morgan ("L'altra sporca ultima meta"), si trova quindi impegnato nell'impresa di rubare il prezioso "diamante della Regina" per conto del famigerato boss malavitoso Walken, interpretato da Chazz Palminteri (Bronx), che ha preparato per loro un ingente compenso. Purtroppo, però, a causa di un imprevisto, la gemma finisce in casa dei coniugi Darryl e Vanessa, rispettivamente con le fattezze di Shawn Wayans ("Scary movie") e Kerry Washington ("Lei mi odia"), residenti in un quartiere suburbano di Chicago e perennemente afflitti da una certa insicurezza nei confronti di un probabile futuro da genitori.
Ed è a partire da questo momento che l'assurda genialità comica della famiglia Wayans entra particolarmente in gioco, mostrandoci Calvin che, nel tentativo di recuperare il gioiello, si camuffa da bimbo abbandonato in una cesta, riuscendo a farsi accogliere in casa dalla coppia, desiderosa di sperimentare la vita con figlio.
Tra ironici riferimenti verbali a "I segreti di Brokeback mountain" e perfino allo storico telefilm "Sanford and son", quindi, qualsiasi attività tipica dei bebè, dal bagnetto alla poppata, finisce per rappresentare l'azzeccato spunto su cui costruire sequenze da ridere, mentre fanno la loro entrata in scena, tra gli altri, anche il veterano John Witherspoon ("Vampiro a Brooklyn"), nei panni del vecchio Pops, e l'immancabile Lochlyn Munro ("White chicks") in quelli di Greg, sportivo esaltato ed aggressivo convinto che suo figlio debba ostentare sempre la propria maschilità. Senza contare la presenza di Rob Schneider ("Gigolò per sbaglio"), in un cammeo non accreditato, e della sexy Brittany Daniel ("Vacanze di sangue"), all'interno di uno spettacolo che, nato con l'intenzione di dar vita ad un film sulla scia delle comiche di una volta, appare come una sorta di omaggio al Baby Finster dei cartoni di Bugs Bunny, rivolgendosi in maniera evidente al pubblico dei giovanissimi, pur senza rinunciare alle punte di scorrettezza a cui i fratelli Wayans ci hanno abituati, tra urina di cane e oli lassativi.
Il tutto, scandito da una nutrita colonna sonora (si va' da "Pump it" dei Black eyed peas a "Courtship of Eddie's father" nelle due versioni di harry Nilsson e Penfifteen club), per circa 102 minuti fuori di testa che, seppur con meno verve comica del solito, si lasciano tranquillamente guardare, all'insegna della spensieratezza, infarciti anche con inseguimenti in macchina, innocui giocattoli usati a mò di arma ed un più o meno intuibile sottotesto relativo ai rapporti tra padre e figlio.
D'altra parte, come Shawn Wayans asserisce: "Pensiamo sempre al pubblico e a come farlo ridere. Vogliamo che guardando i nostri film la gente si diverta e non li prenda sul serio. Che stacchi la spina, si metta seduta e se la goda".

La frase: "Non ho mai visto un bambino con un ponte; il piccolo ha la dentatura di un uomo di quarant'anni".

Francesco Lomuscio

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