FilmUP - Recensione: L'isola

L'isola
Il primo lungometraggio di Costanza Quatriglio, trentenne palermitana, è un'opera che suscita certamente un discreto interesse e che mette in luce le buone qualità della giovane regista.
Su un'isola di un'isola (la Sicilia) si raccontano le apparenti scarne vicende di due fratelli, Turi e Teresa, all'approssimarsi dell'età adulta per lui, all'approssimarsi dell'adolescenza per la piccola Teresa. La loro esistenza sull'isola, fino ad allora è stata semplice ed essenziale. Accudire alle esigenze dell'anziana nonna, gestire il piccolo bar sull'unica piazza, pescare con la canna: azioni schiette ed elementari come il loro vivere sull'isola.
Ma anche su un'isola, lontano da tutto e da tutti, dove un temporale può far andar via la luce per una notte intera, il tempo incede e cambia, ineluttabilmente, le vite di ciascuno.
L'avvicinarsi di Turi al lavoro del padre, pescatore di tonni, oltre a modificare la vita del ragazzo, cambierà per sempre il rapporto tra sorella e fratello.
"L'isola" si snoda, con qualche ruvidezza di troppo nel montaggio, tra queste normali e quotidiane vicende. I dialoghi, contrassegnati da un dialetto abbozzato e comprensibile, accompagnano nella loro semplicità le disadorne pieghe della storia che si anima quando la Quatriglio decide di mostrarci la sanguinolenta mattanza dei tonni o il crudo parto di una mucca. Storia di singole esistenze che diventano emblematiche di una comunità cooperante e solidale, il film è capace di fari arrivare il senso che l'autrice ha voluto darle. E ciò anche grazie ad una buona direzione degli attori, in particolare dei giovani interpreti (Veronica Guarrasi nel ruolo di Teresa e Ignazio Ernandes nella parte di Turi). Tra gli altri interpreti spicca Marcello Mazzarella ("Placido Rizzotto") che bene rende il ruolo del padre dei ragazzi, un pescatore duro e ruvido come le reti che getta nel mare.
Una discreta prova d'esordio che vorremmo fosse il preludio di un'opera un pò più consistente.

Daniele Sesti

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