Una vita quasi perfetta
Lanie (Angelina Jolie) è un'affermata giornalista televisiva, vive in una casa bellissima, è fidanzata con un avvenente e ricco giocatore di baseball e sta per ottenere la promozione che attendeva da sempre. La sua è dunque una vita perfetta. Anzi, quasi perfetta. Perché capita che un giorno, andando ad intervistare un barbone (Tony Shalhoub, "L'uomo che non c'era") che nel centro di Seattle profetizza eventi futuri, quest'ultimo le vaticini che quel posto tanto agognato non riuscirà ad ottenerlo e, soprattutto, che da lì ad una settimana morrà. La profezia, naturalmente, sconvolge l'esistenza della volitiva Lanie, ma costituirà anche l'elemento decisivo per ripensare alla propria vita passata ed alle prospettive che il futuro potrà riservarle. A sostenerla in questo percorso esistenziale sarà il suo collega ed ex compagno Pete (Edward Burns, "Salvate il soldato Ryan") che dimostrerà tutto il suo affetto e tutta la sua premura nei confronti di Lanie nonostante un inizio che non prometteva nulla di buono.
"Una vita quasi perfetta" di Stephen Herek si barcamena dondolandosi tra la commedia leggera e l'opera più impegnata con un messaggio morale sullo sfondo. Il regista di "Rockstar" e "Goodbye Mr. Holland" sembra più a suo agio nella seconda parte del film quando imbocca con più decisione la via della favoletta moraleggiante. Lo stesso vale anche per gli interpreti a partire da Angelina Jolie troppo laccata e poco convincente (sarà anche colpa di quegli improbabili capelli biondi) nei panni della frivola Lanie, più positiva nelle pieghe drammatiche del film come durante la scena del rapporto conflittuale con la sorella o le sequenza dell'intervista finale.
La sceneggiatura, pur nella sua incompiutezza generale, non manca di momenti divertenti e coinvolgenti e di alcuni spunti che invitano alla riflessione. Il problema è che giungono regolarmente a svilirla dialoghi poco incisivi a tratti anche stucchevoli del tipo - Mi definisci "ciambella"? -, tanto per farvi un esempio. Discreti gli attori che ruotano attorno alla Jolie, in particolare Tony Shalhoub nel bel ruolo del profeta matto.
Interessante la colonna sonora ricca di cover a partire dall'immarcescibile ("I can't get no Satisfaction" dei mitici Stones).
Finale commovente e didascalico: siete avvertiti.

Daniele Sesti

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