Life
Accompagnati dalle note di “I’m wild about you baby” di Lightin’ Hopkins ci troviamo immediatamente nella Los Angeles del 1955, dove il twilightiano Robert Pattinson è calato nei panni del giovane fotografo Dennis Stock, il quale, su incarico della rivista “Life”, segue da vicino l’astro nascente James Dean con l’obiettivo di realizzare un servizio che non sia la solita agiografia pubblicitaria.
Un Robert Pattinson piuttosto convincente, come avviene un po’ tutte le volte che non si cimenta nell’interpretazione del ridicolo vampiro innamorato concepito dalla penna di Stephenie Meyer, e che si mostra infastidito ed esasperato dal fatto che il caotico e umorale protagonista de “La valle dell’Eden” e “Gioventù bruciata”, tendente a non prendere mai niente sul serio, non si concentri sul lavoro e arrivi addirittura a non presentarsi agli appuntamenti.
Protagonista che il Dane DeHaan di “The amazing Spider-man 2 – Il potere di Electro” rende sullo schermo, però, in maniera decisamente poco memorabile; man mano che lascia i ritmi frenetici di New York per iniziare insieme a Dennis un viaggio verso la fattoria dell’Indiana in cui è cresciuto, ritornando alle radici.
Un viaggio che non solo fa nascere gradualmente tra i due un’amicizia inattesa e un affetto profondo, ma rivela come il fotografo, convinto di stare semplicemente ad immortalare un attore emergente, non si renda affatto conto di trovarsi a documentare gli ultimi momenti di intimità e semplicità che il divo de “Il gigante” sta conoscendo prima della sua tragica scomparsa, avvenuta il 30 Settembre dell’anno in cui si svolge il film.
Divo che il cineasta olandese Anton Corbijn – autore di “The american” e “La spia – The most wanted man” – mostra anche impegnato nella sua relazione sentimentale con una Anna Maria Pierangeli incarnata dalla nostra Alessandra Mastronardi e propenso ad asserire che ogni orgasmo che ti lasci alle spalle è un passo in più verso la morte.
Un divo che dichiara di non essere intenzionato a recitare in film di mostri, sebbene rientrino nei suoi gusti da spettatore, e che non manca neppure di prendere parte ad un ballo di fine anno scolastico cui viene invitato da alcuni ragazzi che lo notano in mezzo alla strada.
Mentre Peter Lucas, Lauren Gallagher e il vincitore del premio Oscar Ben Kingsley ricoprono i ruoli del regista Nicholas Ray, dell’attrice Natalie Wood e del Jack Warner della Warner Bros nel corso di oltre un’ora e cinquanta di visione che, superata la loro coinvolgente prima parte maggiormente dedicata all’universo della Settima arte hollywoodiana, con tanto di curiose conferenze stampa, rischiano non poco di infiacchirsi quando cominciano a concentrarsi sul rapporto instaurato tra Stock e Dean.
Perché una evidente lentezza narrativa non può fare a meno di penalizzare un’interessante operazione che, bisognosa di un meno banale taglio registico considerando il prezioso materiale storico affrontato, riesce a rimanere, a malapena, dalle parti della sufficienza.
La frase:
- "Chi diventerà più famoso, Jimmy o Paul?"
- "Sicuramente Jimmy".
a cura di Francesco Lomuscio
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