Licantropia
Per chi non ne fosse ancora al corrente, Ginger snaps è una pellicola del 2000 che, diretta da John Fawcett, racconta la storia delle sorelle adolescenti ed emarginate Ginger e Brigitte Fitzgerald, alle prese con la progressiva trasformazione della prima in lupo mannaro, unendo la tradizione del werewolf-movie all'ambientazione scolastica tipica dei teen-horror post-Scream, e proponendo una versione al femminile del licantropo. La scoperta della sessualità e la malsana attrazione che certi giovani provano nei confronti della morte sono solo due degli argomenti trattati nel film, seguìto, quattro anni dopo, da Ginger snaps: Unleashed, per la regia di Brett Sullivan, nel quale emerge invece la tematica della tossicodipendenza.
Dalle nostre parti il secondo episodio non è mai giunto, mentre il primo è stato trasmesso a tarda notte dalla Rai, quindi, alla Eagle pictures, hanno pensato bene di sfruttare il periodo estivo per lanciare nelle sale cinematografiche dello stivale tricolore Ginger snaps back: The beginning, rititolato Licantropia, al momento ultimo tassello della serie, girato dal produttore Grant Harvey e nuovamente interpretato dalla Katherine Isabelle di Generazione perfetta e da quella Emily Perkins che frequenta il cinema horror fin dai tempi del kinghiano It.
E proprio la prova di queste ultime rientra tra i pregi del lungometraggio, il quale, in una fredda ambientazione invernale, ci riporta nel 1815, dove ritroviamo le sorelle Fitzgerald che, perdutesi nella foresta innevata dopo che la loro canoa è affondata, si rifugiano a Fort Bailey, i cui abitanti sono un gruppo di uomini terrorizzati da mostruose bestie che periodicamente assediano il fortino. Inoltre, essi tengono nascosto in cantina un terribile segreto, e veniamo messi al corrente del fatto che, secondo la leggenda indiana, la maledizione della luna piena verrà spezzata soltanto nel momento in cui la sorella ucciderà la sorella, quindi, quando Brigitte eliminerà Ginger, ferita da un giovane che scoprirà poi essere una sorta di lupo mannaro.
Harvey riprende bene o male la stessa struttura narrativa dei due predecessori, caratterizzati da una lunga attesa spezzata da saltuari eventi improvvisi, ma, tra immagini disturbanti, sequenze oniriche ed evidenti rimandi a titoli come L'insaziabile di Antonia Bird e Phenomena del nostro Dario Argento, il suo film non è altro che un lungo prologo alla serie incentrata sulle due sorelle unite nel sangue, il quale, pur possedendo buoni momenti, rimane tutto sommato debole.
La frase: "Insieme per sempre"
Francesco Lomuscio
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