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The Conjuring - Il caso Enfield

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Roberto Leofrigio15 giugno 2016Voto: 8.5
 

  • Foto dal film The Conjuring - Il caso Enfield
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Ritornano i coniugi Warren! Sì, gli autentici acchiappa fantasmi del paranormale in The Conjuring 2 - Il caso Enfield, il sequel del riuscitissimo primo film (The Conjuring). Questa volta vedremo la coppia, sempre interpretata da Patrick Wilson e Vera Farmiga, alle prese con il caso Enfield, come indicato fin dal sottotitolo della pellicola.
E' stata una vera sfida creativa per James Wan e tutta la produzione la scelta di realizzare The Conjuring 2 trattando un caso verificatosi realmente come per l'analogo di Amityville (la casa infestata da cui furono tratti molti film in particolare il primo nel 1979 Amityville Horror e vari sequel e remake) affrontato dai veri coniugi Warren.

Parlare di film dell'orrore per una pellicola della durata di oltre 2 ore, rispetto ai canonici 90 minuti che scandiscono il genere è probabilmente inesatto. Il genere affrontato dal regista inevitabilmente ci riporta al classico dell'Esorcista, non fosse altro per il medesimo periodo di ambientazione, ma qui ci troviamo di fronte ad un autentico caso, forse il più documentato nel suo genere riguardo la manifestazione di entità diaboliche e relativa possessione. Per coloro che vorranno approfondire suggeriamo di andare a ricercare il caso in Rete, come ha fatto lo stesso regista documentandosi in maniera maniacale, in modo da ricostruire (fin dei dettagli dei poster appesi alle pareti) tutta la storia.
La trama parte da una normalissima casa di periferia a Londra, di quelle a schiera, abitata dalla famiglia Hodgson dove una madre abbandonata dal marito cerca di arrivare alla fine del mese sfamando la numerosa famiglia formata dai figli Margaret, Jane, Pete e il piccolo Timmy. Peggy Hodgson (Frances O'Coonor). Questa famiglia diverrà molto nota, suo malgrado negli anni Settanta, e sarà oggetto anche di scherno, dato che molti non credevano affatto alle manifestazioni a cominciare dalla parapsicologa tedesca Anita Gregory, interpretata da Franka Potente. In questo contesto di storia vera, per coloro che vogliono credere a queste manifestazioni, si inserisce la riduzione cinematografica che il regista conduce con mano ferma. Per il pubblico più smaliziato, o che pensa di essere abituato al genere, Wan compie un vero capolavoro di arte cinematografica e suspense che per i primi 30 minuti inchiodano letteralmente alla poltrona lo spettatore più scettico, di certo quelli che più suggestionabili. La pellicola, caso raro per un sequel, riesce perfettamente nel suo obiettivo primario: intrattenere e spaventare il pubblico. Il dato "sconvolgente" è che riesce a farlo per tutte le 2 ore e 14 minuti di durata titoli di coda compresi. Wan utilizza appieno tutta la grammatica dell'horror movie, grazie ai validi interpreti e una sceneggiatura blindata, dove nulla viene lasciato al caso.

Certo il fatto di dover trattare nella quotidianità di una povera famiglia londinese, di sicuro più preoccupata a tirare avanti che ad ascoltare rumori e presenze anomale ne fanno un elemento che permette di scardinare molte barriere. La vita semplice di una famiglia, che non vive in una villa isolata ma in povere casette a schiera popolari, dove ci si rivolge al vicino chiamandolo dalla finestra rendono ancora più convincente la storia. Se nella prima parte verremmo introdotti alla famiglia e all'orrore che pian piano dovrà affrontare, nella seconda parte l'arrivo dei coniugi Warren ci permetterà di seguire la loro storia nel cercare di dipanare l'intricato caso.
Tutto il film pur giocando su dei classici input per spaventare o cogliere di sorpresa lo spettatore vengono rispettati seguendo i precisi canoni del genere. L'effetto di trovarsi veramente proiettati negli anni '70 anche nel tipo di realizzazione, con utilizzo di trucchi moderni, che fanno dimenticare il digitale; Wan conduce la macchina da presa in spazi angusti per mostrarci le stanze dove vivono i ragazzi, grazie ad alcuni trucchi e ricostruzioni (merito di uno staff ben scelto), con a corredo la giusta musica a sottolineare i momenti più drammatici. Possiamo affermare che questa pellicola è una delle più riuscite nel genere, sempre se vogliamo inserirla nel genere horror, di quest'anno e per molti anni a venire.

Se Wan voleva una conferma o consacrazione senza dubbio il caso Enfield è la consacrazione per un regista in grado di portare il pubblico all'interno di un vero incubo, riuscendo non solo a far dimenticare che stiamo vedendo un film, ma insinuando il dubbio che quello stiamo vedendo è realmente accaduto, e allora è tutto vero.


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