Le Bande
Massimo e Federica hanno perso la madre quando erano piccoli in un incidente stradale mentre tornavano da un concerto in cui questa si era esibita come direttore d'orchestra. Purtroppo hanno avuto la sfortuna di scontrarsi con un convoglio blindato di contrabbandieri, che pensando si trattasse di una macchina della finanza ha scaraventato fuori strada la macchina della famiglia. Molti anni dopo i due ragazzi non sono in grado di superare il dolore per la perdita della madre, e vivono di espedienti perché il padre è gravemente malato e bisognoso di cure, mentre i responsabili hanno raggiunto una posizione di rilievo nel mondo della malavita locale.

Realizzato con la collaborazione della Guardia di Finanza, "Le Bande" di Lucio Giordano è una fiction che racconta molte storie ed affronta problemi molto seri come la questione del contrabbando nel canale d'Otranto, particolarmente odioso per l'ignobile traffico di esseri umani. Il film è dedicato alla memoria dei molti, troppi agenti periti nella guerra contro una criminalità sempre più tracotante e violenta e lontana dalla visione romantica del contrabbando come una partita di biliardo (usare l'intelligenza e sparare mai). Sono particolarmente drammatiche le immagini in cui le fragili automobili di pattuglia vengono speronate con esiti letali da macchine dotate artigianalmente di rinforzi corazzati sulla parte anteriore degli stessi veicoli.

Il film ci mostra l'ascesa di Vito, un piccolo boss che cresce in potere fino a comportarsi come una specie di Scarface di provincia, ma anche la tragedia di una famiglia colpita duramente che cerca i mezzi per sopravvivere. Proprio nel massimo della disperazione Massimo e Federica trovano l'occasione, e cosa più importante la forza per vendicare la madre collaborando con la Guardia di Finanza nella ricerca dei responsabili di quel crimine che li ha segnati così profondamente.

Certo, vengono messe in evidenza le difficoltà di una terra come la Puglia viste dall'ottica dei vari personaggi che compaiono in questa pellicola così corale, ma viene anche mostrato l'operato degli operatori sociali che cercano instancabilmente di combattere una delittuosità apparentemente inarrestabile. Ma non c'è solo esaltazione, perché traspare un messaggio piuttosto negativo sui centri di accoglienza. Un messaggio di speranza e di integrazione si può invece trovare nell'amore tra Massimo e la giovane profuga Mira, amore che ha una funzione salvifica per entrambi.

Bisogna evidenziare che questo film non è stato acquistato per la distribuzione, ed è lecito augurarsi che si rimedi presto a questa mancanza, perché si tratta di una storia che è giusto mostrare.

La frase: "Questa non è più la via delle bionde: è una guerra!".

Mauro Corso

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