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La valigia sul letto
Per il suo terzo lungometraggio da regista, a otto anni da "Il mare non c’è paragone" e a due da "Ci sta un francese, un inglese e un napoletano", l’attore, sceneggiatore e scrittore Eduardo Tartaglia parte da un suo fortunato testo già portato a teatro e il cui titolo proviene direttamente da una delle più note canzoni di Julio Iglesias.
Ed è lo stesso Tartaglia a vestire i panni di Achille, il quale si trova costretto a vivere con la propria compagna Brigida, interpretata da Veronica Mazza, sotto la galleria del cantiere della nuova Linea della Metropolitana, dove svolge l’attività di guardiano notturno in "nero". Situazione decisamente poco confortevole che, dal momento in cui si scoprono imparentati con il grande boss Antimo Lo Ciummo, con le fattezze di Biagio Izzo, li porta a fuggire soprattutto perché sottoposti al "Programma di protezione istituito per i familiari dei pentiti", il quale prevede per loro un trasferimento in un’altra realtà geografica, una nuova identità, una nuova casa e un nuovo lavoro.
Quindi, con un cast di bravi attori comprendente anche Maurizio Casagrande nel ruolo di un ispettore di polizia appassionato di Diabolik e il veterano Ernesto Mahieux in quelli di un macellaio, sono l’endemica difficoltà a trovare un posto di lavoro regolare, la necessità di soluzioni sempre improvvisate e non di rado illegali e, soprattutto, l’ombra della malavita gli argomenti cardine della nuova commedia tartagliana, accompagnata da "Vivere senza di te” di Gigi D’Alessio.
Una commedia che, grazie anche all’efficace montaggio del verdoniano Antonio Siciliano, riesce a distaccarsi sufficientemente dai ritmi teatrali, risultando girata con professionalità e capace di migliorare strada facendo.
Infatti, pur riuscendo a strappare qualche risata allo spettatore, sono il fiacco avvio – durante il quale viene tirata in ballo anche una confusione tra Maciste e Rocky Balboa – e alcune battute decisamente scontate (Biagio Izzo che dice ad Alena Seredova: "Io le ho appena fatto vedere la prua, lei me la fa vedere la poppa?") a limitare in parte il giudizio positivo sull’operazione, la cui comicità, comunque, finirà per deliziare soprattutto il pubblico partenopeo.
La frase: "L’ispettore Ginko non si è mai preso venti giorni di vacanza".
Francesco Lomuscio
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