La storia del cammello che piange
La Fandango crede talmente nella nuova tendenza espressiva del documentario, non più informazione televisiva, ma mezzo puramente cinematografico, da aver creato una società appositamente preposta alla scoperta e alla distribuzione nei circuiti nazionali dei migliori documentari in circolazione, la FandangoDoc.
E dopo il fracassone "Supersize me", arriva così in Italia questo strano connubio di una tesi di laurea di un italiano in Germania (Luigi Falorni), e l'amore di una mongola (Byambasuren Davaa) per il suo popolo. "La storia del cammello che piange" parla si della travagliata infanzia di un piccolo puledro rifiutato dalla madre, ma ci racconta, anche e soprattutto, i costumi, le tradizioni e le storie di una gente lontana anni luce dall'idealtipo dell'uomo occidentale.
I due registi riescono a imprimere una splendida naturalezza alle scene di vita quotidiana che chiedono appositamente di svolgere ad una famiglia nomade ad uso e consumo dello spettatore. Il risultato è una nascosta simbiosi tra l'universo tecnico e tecnologico di chi riprende, e la vita semplice e naturale di chi è ripreso. Il che rende tutta la narrazione fluida, gradevole, priva di quelle sacche di momenti morti che, spesso, sono il difetto/problema principale per un documentario.
Il film scorre agevolmente non centrando il discorso sull'effettiva storia del piccolo cammello bianco, ma usandola come pretesto per descrivere una realtà lontana. Sorprende l'audacia di alcuni campi e inquadrature, che vengono enormemente aiutate da locations mozzafiato. Falorni e la Davaa non insistono (a ragione) sulla sofferenza dell'animale, orchestrando una prova corale che rende la vicenda del rifiuto della madre degna conclusione della descrizione di un mondo.
Di certo "La storia del cammello che piange" non offre picchi narrativi eccelsi, ma l'approccio distaccato e appassionato allo stesso tempo lo rende un'opera interessante e di buona fattura.

La frase: "Papà, compriamo un televisore?" "Ma ci costerà un gregge intero!"

La curiosità: La storia del cammello che piange ha concorso agli ultimi Oscar nella categoria "Miglior documentario"

Pietro Salvatori

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