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La scoperta dell'alba











Liberamente ispirato al romanzo di "Walter Ventroni", è un racconto indiretto degli anni del terrorismo italiano e dell’eredità che tali episodi hanno lasciato nel Nostro Paese. E’ una commedia e un dramma al tempo stesso, in cui elementi surreali e paradossali si mescolano e si fondono con altrettanti elementi realistici. Il film è strutturato su due piani temporali che si intrecciano e si avvicendano costantemente dando all’opera un aspetto decisamente fantastico, c’è un cambiamento continuo e costante, un altalenarsi che spezza in due l’opera frammentandola e impedendole di mantenere o crescere di ritmo. Vi è una lentezza costante che non riesce ad appassionare o a coinvolgere lo spettatore neanche quando il mistero si infittisce, trasformandosi in un "quadro", seppur animato, di avvenimenti come un libro figurato. Non c’è mordente, manca la verve narrativa che potrebbe ribaltare la scena e così lentamente e senza salti seguiamo la vita della trentenne Caterina che, mentre è intenta a riempire gli scatoloni delle tante cianfrusaglie e dei ricordi della vecchia casa al mare, scopre che il telefono pur essendo staccato funziona, non solo ma le permette di comunicare con la se stessa dodicenne. E’ il 1981 e la dodicenne Caterina, dietro consiglio della se stessa trentenne, potrebbe riuscire a salvare il padre e a rivelare dei segreti nascosti, riconquistando così la propria infanzia, lacerata dalla perdita del genitore e dal brutale assassinio del professor Mario Tessandori, ucciso dai brigatisti. A dirigere questa pellicola dalla complicata struttura narrativa è Susanna Nicchiarelli che guida attori italiani importanti come Margherita Buy, Lucia Mascino, Lina Sastri e Sergio Rubini. E’ il racconto degli anni di piombo, vissuti con gli occhi di una bambina, ora giovane ricercatrice all’Università, che, per uno strano scherzo del destino, può svelare un mistero doloroso della sua infanzia. Come ha spiegato la stessa regista: "Ho cercato di lavorare sulle emozioni, ho messo la paura. Ci ho messo anche quel senso del rapporto che si aveva in quel periodo storico con la tv. Io ricordo gli elicotteri, immagini visive ma anche sonore". E’ interessante sottolineare l’attenzione per la ricostruzione scenica dettagliata e quasi maniacale, legata alle scenografie e ai costumi, oltre che alla scelta delle musiche, tentando di giocare sugli stereotipi generazionali. Peccato però che a livello di storia tutto sembri già visto o sentito, non ci sono colpi di scena o elementi catartici capaci di rendere originale l’opera e darle quella sferzata di “adrenalina” o “sentimento”, tale da elevarla come livello. “La scoperta dell’alba” seppur non colpisca particolarmente è comunque un’opera di valore, con un buon livello di regia, che mostra la capacità della Nicchiarelli nell’analizzare il rapporto fra padri e figli.

La frase:
- "Ma secondo te i viaggi nel tempo sono possibili?"
- "In teoria si, ma in pratica no".

a cura di Federica Di Bartolo

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