L'arca di Noè
Le immagini degli animali presenti nella sequenza di apertura richiamano immediatamente alla memoria "Il libro della giungla", ma, al di là del fatto che non ci troviamo dinanzi alle elaborate animazioni tridimensionali tipiche della Pixar o della Dreamworks, non siamo neppure nell’ambito classico della vecchia Disney, in quanto la nuova trasposizione cinematografica di una delle più famose vicende bibliche, diretta da Juan Pablo Buscarini (suo il fantasy "El Ratón Pérez"), è in realtà una coproduzione tra Italia e Argentina che dalle nostre parti ha come testimonial il mediano del Milan Rino Gattuso.
E, inutile girarci sopra, tra tripudio di dialetti ed un Dio nero con riccioli e pizzetto biondo (!!!) che osserva dall’alto del cielo l’impresa del credente Noé, incaricato di costruire la gigantesca imbarcazione tramite cui salvare alcuni esseri viventi dal diluvio universale, il lungometraggio di Buscarini non si discosta poi molto, nel look generale, da quei cartoon che, onnipresenti in formato dvd nei cestoni dei supermarket o sulle bancarelle dei mercatini rionali, si propongono nelle vesti di economiche riletture dei successi d’animazione delle major a stelle e strisce (e non solo).
Se il difetto dell’operazione fosse stato soltanto questo, bisogna dire che il problema sarebbe stato minimo, purtroppo, però, quello che si presenta come ennesimo tentativo di affrontare in maniera molto ironica – ma senza riuscire a strappare risate – il tema della difficoltà di coabitazione tra tutte le creature viventi all’interno di uno spazio circoscritto, tra un leone donnaiolo, colombe che emettono peti e scimmie gay (diciamo che come trasposizione è molto, troppo libera), pecca nella totale incapacità di fornire allo spettatore almeno un personaggio a cui affezionarsi.
Colpa soprattutto di uno script che, concepito a quattro mani da Enrique Cortés, Axel Nacher, Fernando Schmidt e dalla Barbara Di Girolamo già co-sceneggiatrice nel 2004 dell’ignobile horror "La tomba" del compianto Bruno Mattei, non sembra inoltre avere chiaro il target di riferimento, tra disegni elementari che faticano a stupire l’adulto smaliziato ed una nuova versione di "I will survive" di Gloria Gaynor infarcita di doppi sensi erotici, quindi del tutto inadatta al pubblico dei bambini.

La frase: "Gli animali vogliono sapere se hanno il permesso di divorarsi a vicenda durante il viaggio".

Francesco Lomuscio

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