La Pantera Rosa 2
"Voi non conoscete Clouseau... Chi è? Voi neanche ve lo immaginate, è terribile. E’ il peggiore, non c’è uomo così micidiale in tutto il mondo. In confronto a Clouseau questa macchinetta infernale è come una pistola ad acqua. Ecco perché ci vogliono tutte le più grandi potenze con tutti i loro migliori killers e tutte le loro armi più micidiali per eliminare Clouseau". Così diceva un impazzito ex ispettore capo Dreyfus ad una congrega di ignari criminali in "La Pantera Rosa sfida l'ispettore Clouseau", ben riassumendo la straordinaria forza di questo personaggio di fatto inventato da Peter Sellers (in "Uno sparo nel buio" era solo un comprimario della storia, ma i suoi venti minuti divennero la cosa migliore del film): la sua noncuranza per tutto ciò che gli capita intorno, protetto com’è da una goffaggine senza fine che si ritorce sempre contro gli altri.
Un personaggio straordinario, capace di generare comicità in qualsiasi contesto e situazione. Con "La pantera rosa 2" siamo già al secondo sequel con Steve Martin protagonista e una regia non firmata da Blake Edwards (autore di tutti gli altri otto film sul personaggio, compreso il malriuscito "Il figlio della pantera rosa" con Roberto Benigni). Il testimone passa da Shawn Levy a Harald Zwart, ma poco cambia. La comicità di Clouseau rimane appiattita sul modello convenzionale della commedia commerciale americana, tutta studiata a tavolino e concentrata in scene madre, priva di quella spontaneità che spesso portava anche a scelte demenziali non troppo divertenti, ma che, per approccio alla risata, rendeva uniche quelle pellicole. Un po’ ci si diverte, senza dubbio: è la grandezza del personaggio di Clouseau, è la bravura di uno Steve Martin che riesce a far sua una comicità slapstick, sono i sempre straordinari titoli di testa sul tema di Henry Mancini, che già da soli, ad inizio film, predispongono al sorriso. Lo è soprattutto una comicità da cartone animato cui (purtroppo) si è sempre più disabituati al cinema, ma che in "La pantera rosa 2" sembra quasi un compitino da eseguire per arrivare ai canonici novanta minuti di durata e non una scelta registica e narrativa con cui permeare l’intera pellicola. Il trailer già da solo racchiude le parti migliori del film e questo in tal senso è emblematico. La speranza per un film come questo è che, con i suoi momenti esilaranti, invogli gli spettatori più giovani a guardarsi l’ironia senza tempo dei primi episodi dell’unico Clouseau, quel Peter Sellers che davanti alla macchina da presa diventava uno degli uomini più divertenti al mondo. Impossibile scinderlo da quel personaggio, difficile, per quanti sforzi si possano fare, vedere qualcun altro con quel cappello e quell’impermeabile.

La frase:
- Reporter (davanti alle telecamere): "Lei pensa che recupereranno l’anello?"
- Detective Pepperidge: "Se io le dessi ora un commento, dopo che le ho detto "no comment", le sembrerei un completo idiota, non pensa?".

Andrea D’Addio

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