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L'amore criminale

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Francesco Lomuscio21 aprile 2017Voto: 5.5
 

  • Foto dal film L'amore criminale
  • Foto dal film L'amore criminale
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Si comincia con una Rosario Dawson dal volto piuttosto malconcio a causa di segni di violenza, prima che si passi a sei mesi addietro per far luce su chi lei sia e su cosa le è accaduto.
Scopriamo, quindi, che il suo personaggio, Julia Banks, ha trovato l’amore fidanzandosi felicemente con David Connover, ovvero il Geoff Stults dalla carriera prevalentemente legata al piccolo schermo, tanto da lasciarsi alle spalle il difficile passato sentimentale accanto al violento Michael Vargas alias Simon Kassianides, che in determinati momenti, in preda all’angoscia, immagina ancora di vedere davanti a sé.

Ma, se da un lato riesce a conquistarsi sempre più l’attenzione della piccola Lily, figlia di lui interpretata da Isabella Kai Rice, dall’altro a complicare le cose provvede la ex moglie dell’uomo: Tessa, cui concede anima e corpo una Katherine Heigl una volta tanto lontana da romanticismi in fotogrammi e probabilmente nostalgica nei confronti di ciò che fece nella black comedy “Home sweet hell” di Anthony Burns.
Perché, come lì provvide a trasformare in un autentico inferno la vita del fedifrago consorte, in questo caso abbandona il territorio ironico scatenando ugualmente la sua irrefrenabile gelosia, tanto da diventare una vera e propria stalker propensa ad agire nell’ombra (non sempre, in verità).
Infatti, non solo scruta e tiene d’occhio la nuova coppia impegnata ad approfondire il legame appena nato, ma sfrutta i social network per creare disguidi e provvedere progressivamente a rovinarne l’armonia; tanto che, pur costruendosi su tutt’altra tipologia di trama, non è difficile associare la circa ora e quaranta di visione ai filoni cinematografici che hanno dispensato, tra gli altri, il chiacchieratissimo “Attrazione fatale” di Adrian Lyne e titoli incentrati su rovina-famiglie quali il super classico “The stepfather – Il patrigno” di Joseph Ruben e il già dimenticato “Obsessed – Passione fatale” di Steve Shill.

Quest’ultimo, per di più, vide la pop star Beyoncé Knowles alle prese con una eccessivamente invadente e tutt’altro che sana di mente collega del marito, intraprendendovi poi uno scontro conclusivo che, in un certo senso, ricorda proprio quello pre-epilogo tra Julia e Tessa inscenato qui da Denise Di Novi, debuttante dietro la macchina da presa dopo una lunghissima carriera di produttrice (i burtoniani “Edward mani di forbice” e “Batman – Il ritorno” nel curriculum).
Debuttante il cui thriller – facilmente associabile a tanti fatti di cronaca che tempestano il quotidiano vivere – appare piuttosto scorrevole, nonostante la lenta evoluzione; ma senza riuscire nell’impresa di trasmettere tensione a causa del tanto déjà vu e della totale assenza di situazioni particolarmente memorabili.

Per non parlare del piuttosto ridicolo finale aperto, ciliegina sulla torta di un’operazione che, forse, risulterà sufficientemente guardabile quando proposta nei palinsesti estivi serali... ma anche pomeridiani, tenendone in considerazione i non troppo espliciti contenuti.


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