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L'amore a domicilioLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Francesco Lomuscio11 ottobre 2019Voto: 6.0
L’amore ti sveglia e ti fa fare cose che non avresti mai pensato di fare.
Ne sa qualcosa il sentimentalmente pavido Renato, giovane venditore romano di polizze assicurative che, interpretato dal Simone Liberati de “La profezia dell’armadillo”, sebbene si sia sempre tenuto lontano da relazioni che lo coinvolgessero davvero conosce un giorno, in strada, la bella Anna, alla quale offre un passaggio in auto e destinato presto a scoprire, però, essere una tipa piuttosto sbandata. Dal volto di Miriam Leone, infatti, la ragazza è, in realtà agli arresti domiciliari, quindi costretta a non poter uscire all’aria aperta e a rimanere chiusa tra le quattro mura di casa, dove vive insieme alla madre, incarnata da Anna Ferruzzo. Una situazione che basta al regista Emiliano Corapi – qui al suo secondo lungometraggio dopo il riuscito dramma a tinte thriller “Sulla strada di casa”, che vide protagonisti nel 2011 Vinicio Marchioni e Daniele Liotti – per costruire un’evoluzione narrativa lontanamente analoga, in un certo senso, a quella che fu alla base del “50 volte il primo bacio” con Adam Sandler. Del resto, con Renato che, persa la testa per Anna, non esita a ricoprirla quotidianamente di regali e attenzioni e a supportarla nel cercare di alleggerirne la complicata situazione, pur rientrando nel filone della commedia romantica lascia tranquillamente avvertire un più o meno teso ed evidente retrogusto thriller “L’amore a domicilio”, passato in anteprima sugli schermi della seconda edizione del Terni Pop Film Fest – Festival del cinema popolare. Un evidente retrogusto thriller testimoniato soprattutto dal momento in cui fa la propria entrata in scena il delinquente Franco, cui concede anima e corpo un Fabrizio Rongione camaleontico come di consueto e che balbetta soltanto durante le rapine (!!!). Nome che, insieme a Luciano Scarpa nei panni del “collega di criminalità” Sergetto e Antonio Milo in quelli di un poliziotto, completa il cast principale e in grandissima forma di circa un’ora e mezza di visione mirata sì a ribadire che lo sentiamo quando qualcuno ci ama veramente, ma anche e soprattutto ad alternare storia d’amore e momenti chiaramente volti a divertire lo spettatore. Perché, a partire dall’esilarante dialogo di apertura con un fioraio straniero impegnato a definire ottimi clienti gli stalker, è evidente che l’ironia risulti un elemento tutt’altro che assente e che almeno una sufficiente dose di occasioni per ridere non manchi. Su tutte, una che merita senza alcun dubbio la citazione è rappresentata dalla sequenza del grottesco colpo a mano armata commentato dalle note di “C’est extra” di Lèo Férré, nel corso della quale è possibile inoltre intuire come Corapi sfrutti il ralenti in maniera nient’affatto banale e funzionale, in questo caso, all’effetto comico. Con la risultante di un’operazione adatta a tutte le età che, una volta riusciti a superare l’impressione di poca simpatia suscitata da due personaggi principali piuttosto atipici (voi diventereste quotidiani “schiavi amorosi” di una squilibrata in mano alle forze dell’ordine?), non può fare a meno di rivelarsi gradevole e lontana dal rischio di annoiare. La frase dal film:
“Devo partire per un viaggio importante di lavoro, perché io lavoro, non vado a rubare” I FILM OGGI IN PROGRAMMAZIONE: In evidenza - Dal mondo del Cinema e della Televisione. |
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