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La misura del confine
Hanno qualcosa di argentiano i dettagli posti nei titoli di testa del secondo lungometraggio di Andrea Papini, a tre anni dall’atipico noir on the road "La velocità della luce" (2008), pur non rientrando nel genere horror i circa 79 minuti di visione che scorrono sullo schermo.
Eppure, sia la desolata ambientazione di montagna che la tematica portante non vi si distaccano molto, in quanto ci troviamo dinanzi alla vicenda dei topografi Mathias Valletti e Giovanni Bruschetta, i quali, rispettivamente interpretati da Paolo Bonanni e Giovanni Guardiano, vengono chiamati dall’amministrazione di un piccolo comune delle alpi per individuare i confini tra Italia e Svizzera, andati perduti, al fine di definire la proprietà di una mummia emersa dai ghiacci; mentre il sindaco del paesino tricolore spera in tal modo di rilanciare il turismo del luogo.
Quindi, tra superstizioni, leggende e maltempo che smarrisce nelle nebbie la spedizione svizzera spingendo quella italiana a ripararsi nel caldo e accogliente rifugio gestito da una coppia, sono le indagini per l’appartenenza del corpo a dominare lo script, concepito dallo stesso regista insieme a Monica Rapetti.
Ma la tensione, elemento indispensabile tenendo in considerazione l’argomento trattato, sembra essere grande assente, occultata soprattutto dagli eccessivamente lenti ritmi narrativi che rischiano non poco di trasformare l’attesa in noia.
Difetto a cui, al di là di un cast non sempre convincente del quale fanno parte anche il Peppino Mazzotta di "Cado dalle nubi" (2009) e la Beatrice Orlandini di "Miss Julie" (2009), va aggiunta l’incapacità di alternare a dovere i momenti seri e quelli ironici, tanto da non lasciar comprendere chiaramente se l’intenzione dell’operazione sia quella di apparire come un dramma con accenni di thriller o nelle vesti di commedia a tinte nere.
Mentre la sceneggiatura non pare distaccarsi da quella di uno short opportunamente riveduto e dilatato a lungometraggio e l’insieme finisce per risultare valido soltanto dal punto di vista della confezione tecnica; soprattutto se teniamo in considerazione il fatto che stiamo parlando di un prodotto realizzato in economia e grande difficoltà sfruttando il premio vinto con il succitato "La velocità della luce" presso la rassegna "Cinema Domani. Esordi del Cinema italiano indipendente": due settimane di uso della raffinata telecamera Red 4k.
La frase:
- "Che emozione, ma quanti anni avrà?"
- "Cinquemila anni, come Oetzi".
Francesco Lomuscio
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