La donna perfetta
Cara mi lucideresti le scarpe per domani?
Certamente!
Scusa, hai cucinato quel manicaretto che mi fa impazzire?
E' quasi pronto?
Io esco con gli amici, ci vediamo dopo.
Divertiti!

Un sogno? No, Stepford.
Remake di un classico degli anni '70 - uscito in Italia con il titolo La fabbrica delle mogli - e tratto da un libro di Ira Levin, La donna perfetta è quello che si può considerare un vero e proprio attacco ad uno stile di vita. Se il lungometraggio originale nasceva negli anni del femminismo imperante e puntava sul disagio dilagante dell'uomo nella sua nuova veste di compagno paritario, la rilettura odierna di Frank Oz (Bowfinger) ha tutt'altra angolazione, quella della donna un po' nostalgica di un certo passato, completamente travolta dal suo nuovo ruolo con l'uomo ormai soppiantato e relegato a figura di supporto.

Joanna Eberhard (Nicole Kidman) è una donna in carriera, madre e moglie. Non bastasse è anche la più giovane presidente di un network televisivo. Fantastico, finché un giorno il suo mondo dorato crolla. Licenziata in tronco, in piena crisi con il marito e con un bell'esaurimento nervoso, scivola in depressione.
Ma Walter (Matthew Broderick), il marito, è pronto ad aiutarla, rinunciando a tutto per trasferirsi nell'idilliaco paradiso suburbano di Stepford.
Una cittadina dove tutto è perfetto: villette a schiera con box e giardino, centro benessere per le mogli e club per gli uomini, tutti con due macchine (sportiva lui e SUV lei), mogli bionde e sempre perfette, ecc... Uniche note stonate, i tre nuovi arrivati, Joanna, appunto, Bobbie (Bette Midler) - scrittrice anticonformista - e Roger (Roger Bart) architetto gay. I tre presto si rendono conto che dietro l'apparente facciata patinata di Stepford si cela qualcosa di strano ed il demiurgo del tutto sembra essere il padre della comunità, il misterioso Mike Wellington (Christopher Walken).

La commedia di Oz, vira improvvisamente sui toni del noir ricalcando le orme dei grandi classici degli anni cinquanta e sessanta e citando persino Il silenzio degli innocenti.
Nel complesso, seppur con qualche caduta nel finale, la pellicola è godibilissima con alcune pennellate geniali (a cominciare dai titoli di testa ed ai reality show inventati da Joanna per il suo network).
IL cast poi è di quelli indimenticabili, al di la del sempre più sorprendente Christopher Walken, abbiamo una Kidman che qui si presenta quasi come la copia di Meg Ryan pre-periodo sexy, mentre Broderick ha perso la sua aria da perenne ragazzino, grazie soprattutto a qualche chilo in più.

Curiosità: la trama originaria prevedeva alcuni sviluppi diversi, che sono stati eliminati in seguito dopo le proiezioni di test. Oz ha dovuto anche girare nuovamente qualche scena "rubando" la Kidman dal set di The interpreter.

La chicca: il codice di sblocco della casa dei sogni è: 1956, ovvero l'anno in cui sembra di vivere dentro Stepford.

Indicazioni:
Ridere con un po' di profondità.

Valerio Salvi

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