Kung Fu Panda 3
Il guerriero dragone sta tornando in sala!
Abbiamo imparato a conoscere il simpatico, adorabile e pasticcione panda Po nel 2008 con il primo film della serie diretto da Mark Osborne e John Stevenson, a cui poi è seguito nel 2011 il secondo capitolo sotto la regia di Jennifer Yuh, che, insieme ad Alessandro Carloni, firma anche questo “Kung Fu Panda 3”.
Riepilogando, dopo essere diventato il leggendario guerriero dragone e avere salvato per ben due volte il mondo, Po scopre di essere stato adottato ancora in fasce da Mr. Ping, un’oca, e che il suo padre biologico è ancora vivo. Ed è proprio il ritrovarsi con il padre uno dei punti cardine del nuovo prodotto DreamWorks. Infatti, dopo aver ricevuto il gravoso incarico di fare da maestro ai Cinque Cicloni, con risultati prevedibilmente disastrosi e comici, il nostro eroe ritrova il padre Li, a cui somiglia tantissimo, sia nell’aspetto sia nel carattere, e con cui entra subito in sintonia, scatenando l’evidente, e comprensibile, gelosia del padre adottivo che non ha mai nascosto la sua smisurata adorazione del figlio. Ma il complicato quadretto famigliare viene ulteriormente confuso dall’entrata in scena di un nuovo cattivo, il temibile, quanto sconosciuto ai più, Kai che, rinchiuso secoli prima nel “Regno degli Spiriti” dal maestro Oogway, riesce a liberarsi e tornare nel mondo mortale rubando il Chi, una forza immensa capace di creare sia il bene sia il male, ai maestri del mondo, tra cui lo stesso Oogway, i cicloni e il maestro Shifu.
Deciso ad avere tutto il potere del Chi esistente inizia a dare la caccia a Po che, nel frattempo, si è recato in un misterioso e segreto villaggio dei panda, insieme ai suoi due padri, per imparare la tecnica per controllare il Chi e sconfiggere il nemico. Qui Po, che credeva di essere l’ultimo panda rimasto in vita, incontrerà tanti suoi simili e scoprirà anche una parte di sé che non conosceva grazie al confronto con i suoi simili, da cui imparerà tanto, ma a cui, a sua volta, donerà molto.
È sempre molto difficile mantenere dei sequel che siano alla medesima altezza dei precedenti; è difficile riuscire a mantenere inalterato lo stesso livello di originalità, godibilità e, magari, di approcciarsi a determinati argomenti in modo da poter attrarre sia i bambini sia gli adulti...
“Kung Fu Panda 3” è l’esempio che questo lavoro non sempre riesce al 100%. Infatti, la pellicola di Yuh e Carloni, pur essendo godibilissima e piena di gag divertenti e trattando un tema sociale molto attuale (la “famiglia allargata” con due padri), purtroppo pecca, rispetto ai due precedenti capitoli, di poca originalità, si ha la sensazione del “già visto”, e rischia di non conquistare il pubblico adulto. Infatti, è più che evidente che si è optato per una comicità semplice, diretta indirizzata principalmente a un pubblico molto giovane e la storia ripercorre canoni classici e non aggiunge niente di nuovo al genere.
Tolte queste due piccole imperfezioni, la pellicola rimane un film piacevole e divertente che sicuramente strapperà diversi sorrisi ai piccoli spettatori, grazie anche alla facile empatia che è possibile trovare con i tanti panda che popolano il villaggio, dalle diverse caratteristiche, ma sempre divertenti, buffi e dolci, capaci però di tirare fuori grinta e coraggio quando necessario.
Il tutto impreziosito, sia nella versione originale sia in quella italiana, da un’ottima scelta dei doppiatori che accompagnano con le loro emozioni le bellissime immagini che scorrono sullo schermo.
La frase:
"Tutti i panda ballano".
a cura di Redazione FilmUP.com
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