FilmUP - Recensione: Jet Lag

Jet Lag
Rose è un'estetista. È bella sebbene si trucchi troppo, si profumi troppo e si metta troppa lacca sui capelli. Ama un uomo da 12 anni, ma lui in fondo la disprezza, ed è in partenza per Città del Messico dove spera di trovare oltre al nuovo lavoro anche una vita diversa. È sul bordo di una crisi di nervi ma fa finta di non accorgersene.
Felix è uno chef di fama internazionale. Separato da otto mesi non sa più se gli dispiace esser single oppure no. Ha lanciato una linea di prodotti alimentari per i supermercati che lo ha reso ricchissimo, ma vorrebbe tornare a lavorare nelle cucine di un ristorante e magari riuscire a far pace con il padre. Non riesce a parlare una sola lingua alla volta e convive, male, con una serie di manie e idiosincrasie che renderebbero la vita impossibile a chiunque.
Bloccati entrambi all'aeroporto Charles de Gaulle di Parigi da uno sciopero, i due si incontrano e, per un insolito numero di coincidenze, finiscono anche per dividere la stessa camera d'albergo. In quella camera impersonale scopriranno il mondo personale dell'uno e dell'altra, a volte sbattendosi in faccia la verità, altre tentando di confortarsi, passando una intera notte insieme.

La magia di un incontro casuale, è il perno attorno al quale gira l'intero film, scritto e diretto dalla francese Danièle Thompson reduce, nel 2000, dal successo del suo "Pranzo di Natale".
L'attrazione misteriosa quanto inspiegabile che, più salda del desiderio e meno fragile dell'amore, avvicina un uomo e una donna le cui diversità sono alla fine delle corrispondenze, tanto da renderli perfetti l'uno per l'altra.
La Thompson racconta con vivacità e tenerezza una curiosa storia d'amore, interpretata con straordinaria efficacia da una inedita coppia d'attori, Juliette Binoche e Jean Reno, così magnificamente a suo agio nei tempi spigliati della commedia romantica.
Sebbene il doppiaggio abbia notevolmente rallentato il ritmo e l'intrigo non sia poi così originale, il 'divertissement' riesce comunque ad incantare e a trattenere sulla poltrona, facendo persino sognare quella stessa inattesa e seducente attrazione, anche se in una cornice così poco poetica come un aeroporto internazionale.

Valeria Chiari

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