Intacto
Tomas (Leonardo Sbaraglia), è l'unico sopravvissuto ad un incidente aereo, ma è anche ricercato dalla polizia. All'ospedale nel quale è stato ricoverato conosce una poliziotta (Monica Lopez) che si accanisce su di lui per dei motivi che vanno al di là della legge, ed uno strano tizio (Eusebio Poncela) che gli promette la salvezza in cambio di una promessa.
Il film inizia in un paesaggio da deserto lunare, dove l'unica cosa che vediamo è un casinò. Ed in effetti il gioco, in questo film ha un ruolo fondamentale. Tutta la storia si svolge come una sorta di gara clandestina, dove i vincitori e i vinti vivono in un mondo sotterraneo da cui è difficile uscire. Un mondo che ha fatto della violenza la sua stessa ragione di esistere, e la fortuna è un'arma che si potrebbe ritorcere contro gli stessi concorrenti.
A dover descrivere in maniera efficace il racconto, non saprei cosa dire, perché tutto il film è un intreccio di storie parallele che si uniscono e poi si dividono. Oltre tutto questo, c'è una sensazione di straniamento, che non ci permette di identificarci con nessuno dei protagonisti (almeno per gran parte del film). Però il racconto è affascinante e reso in maniera molto efficace. Gli attori sono tutti molto bravi e c'è anche, nella parte di Sam (una specie di "burattinaio") il grandissimo Max Von Sydow.
Non c'è spazio per i sentimenti in una storia dove i "sopravvissuti" possono decidere delle sorti di chiunque entri in contatto con loro. Gli stessi protagonisti sono destinati ad essere soli per sempre. La fortuna che è l'elemento centrale del film non è un'arma così positiva.
Per una buona parte del film, i personaggi sembrano essere appena abbozzati, e invece più si va avanti, più scopriamo che le loro storie non sono così elementari come potrebbero sembrare. Questo è un film che cresce piano piano. Ogni "carattere" nasconde una storia che lo ha segnato e che forse sarebbe potuta andare diversamente. Alla fine ci si chiede se davvero la fortuna sia una forza che trascende le vite di tutti od oppure sono gli stessi personaggi artefici del loro destino, a prescindere da quella.
In un mondo intrappolato in una forma di superstizione che annienta tutti gli altri sentimenti, c'è però ancora un barlume di speranza. Forse se si arriva a credere che la vita di ognuno è tale perché vissuta con tutte le sensazioni, compreso l'amore, allora si potrà fuggire da quel deserto che teneva intrappolati. Lo stesso deserto che avevamo visto all'inizio.
Renato Massaccesi
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