Davanti agli occhi
L’inizio può sembrare quello tipico di una commedia adolescienziale americana. Due compagne di scuola fanno amicizia diventando inseparabili, si confessano tra di loro, fantasticano sul futuro condividendo passioni e trasgressioni. Poi, invece, un evento tragico e violento cambierà del tutto le loro pigre esistenze di ragazze della provincia americana. L’evento attinge a piene mani dalle cronache che spesso ci giungono dagli States, dove studenti entrano nelle scuole armati come kamikaze facendo stragi di ragazzi e professori (come non ricordare il "Elephant" di Gus van Sant?). Lo sviluppo della storia che segue abbandona invece i temi sociologici per affrontare la realtà sotto un’ottica più esistenzialista ai limiti, però del paranormale. La storia si snoda a questo punto in un alternarsi di passato e presente dove con una certa maestria si disseminano gli indizi di un finale a sorpresa sì, ma fino a un certo punto. Infatti, chi ha visto "Stay - Nel labirinto della mente" di Marc Fortser non rimarrà proprio sbalordito dall’epilogo di questo film, intuendone un pò prima la probabile evoluzione.

Diretto dalla giovane promessa Vadim Perelman ("La Casa di Sabbia e Nebbia" la sua prima fatica), tratto dall’omonimo romanzo di Laura Kasischke, "Davanti agli occhi" narra quindi una storia complicata alla quale non sempre una sceneggiatura scolastica fornisce un valido sostegno. L’opera stenta a decollare, stretta tra la necessità di alternare i due piani narrativi senza però riuscire ad imprimere dinamismo all’azione a causa anche di un montaggio forzato e di dialoghi che troppo tradiscono l’urgenza mistica della scrittrice. Battute a volte buttate lì senza che gli si crei intorno la giusta atmosfera. E così, il film scivola via placidamente solo a momenti ravvivato dalla perizia del regista capace di belle originali inquadrature e di movimenti di macchina lenti e misurati a scoprire pian piano scene sempre accurate e dotate di un loro equilibrio interiore. Scene nelle quali si muovono le due attrici principali Evan Rachel Wood e Uma Thurman, la protagonista da giovane e poi da adulta. Imprevedibilmente molto più a suo agio ci è sembrata la giovane attrice nei panni della adolescente rispetto alla Thurman nel ruolo della donna adulta, madre di una bambina.
Sensazione acuita, peraltro, dall’infelice scelta della doppiatrice della Thurman che ci è sembrata del tutto fuori registro e comunque non adeguata.

Un film deludente anche se si intravedono nel regista delle buone potenzialità.

La frase: "Il cuore è il muscolo più forte dell’uomo".

Daniele Sesti

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