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Milionari

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Federica Di Bartolo19 ottobre 2014
 

  • Foto dal film Milionari
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In concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2014 nella sezione “Cinema D’Oggi”, è il nuovo film di Alessandro Piva, ispirato all’omonimo libro scritto dal PM Luigi Alberto Cannavale e dal giornalista Giacomo Sensini.

Il protagonista è Marcello Cavani (Francesco Scianna), che cammina avanti e indietro in una cella con l’aria di un animale in gabbia e che racconta la sua vita, dando inizio ad un flashback che lo vede da ragazzo al momento della morte del padre a causa di un attacco di cuore durante uno spettacolo. Afflitti dai debiti di gioco del padre, la madre con i suoi figli, tra cui Marcello, cerca di evitare che la casa in cui vivono venga pignorata ed è proprio partecipando all’ asta per la casa che il fratello maggiore Gennaro (Carmine Recano) incontra “Lo Faraone”, diventando uno dei suoi uomini. Seguendo l’esempio del fratello, Marcello entra a far parte della camorra assumendo il soprannome di Alendelòn, sebbene non gli somigli più di tanto. Inizia l’ascesa all’interno del sistema, partecipa all’assassinio del boss, che viene sostituito da Don Carmine (Gianfranco Gallo), ex contabile de “Lo Faraone”. Il gruppo si spartisce il traffico di droga nella città di Napoli perché come sostiene Don Carmine: “come in una federazione, non mi piacciono le strutture piramidali”. Intanto Cavani si sposa con Rosaria (Valentina Lodovini), che pur non accettando il lavoro del marito gli fa giurare di non portare mai il suo mondo all’interno del loro nucleo familiare. Gli affari vanno bene tanto che cominciano ad avere problemi a spendere i soldi che guadagnano… finché ‘O Piragna (Salvatore Striano) non cerca di arraffare soldi e creare il proprio giro…. Inizia la lotta per il territorio, tanti i morti e i feriti, ma...

Attraverso il racconto individuale il regista Piva descrive l’ascesa e la caduta del clan criminale napoletano, un inquietante spaccato della storia di Napoli. La vicenda nella sua struttura è abbastanza scontata e già vista, è reale e deriva, come fanno intendere i titoli di coda, dalle dichiarazioni e dai racconti dello stesso Marcello, che dal 2007 è un pentito di mafia che vive sotto copertura con la sua famiglia. “I milionari” si innesta chiaramente nel filone di “Gomorra” di Matteo Garrone del 2008 e “Romanzo Criminale” di Michele Placido del 2005, ma a differenza di questi ultimi manca di originalità.

E’ innegabile lo studio non solo storico della vicenda, ma anche psicologico in particolare in merito ai rapporti con la famiglia, ma tutto scivola senza colpire. All’inizio sembra di essere di fronte ad un film di gangster in stile americano, ma subito dopo il ritmo rallenta, diventando noioso e lo stile classico predomina senza colpi di scena evidenti, senza pathos o dramma.


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