Imagine me & you
In che modo le persone s'innamorano, e come l'amore, per un verso o per l'altro, complica la vita in modo profondo quanto comico? Ci risponde Ol(iver) Parker, sceneggiatore di "It was an accident" (2000), il quale esordisce dietro la macchina da presa con la commedia dolce - amara "Imagine me & you": "Inizio sempre a scrivere partendo da un tema anziché da una trama. In questo caso, sapevo di voler parlare di amore come forza della natura, e in particolare dell'amore a prima vista, cioè quello che è nato tra mia moglie e me. Ho iniziato a chiedermi: quali sarebbero il momento e il luogo peggiori possibili per innamorarsi pazzamente e all'improvviso? Chiaramente, la risposta è "il giorno del matrimonio", che è quindi diventato la fonte d'ispirazione iniziale della storia".
Si comincia infatti con il matrimonio tra la spontanea e divertente Rachel (Piper Perabo) ed il prudente e tenero Heck (Matthew Goode), e tutto filerebbe liscio come l'olio se lo sguardo della ragazza non incrociasse quello di Luce (Lena Headey), fiorista nuziale a lei sconosciuta. Da questo momento in poi, infatti, Rachel sentirà di aver trovato nella donna, tra l'altro gay, la sua anima gemella, finendo per trovarsi dinanzi ad un bivio che la porterà a dover scegliere se rimanere con Heck, che comunque ama, o abbandonarsi a lei.
Parker racconta quindi una storia di omosessualità femminile nell'ambito di una comune coppia etero sposata, argomento recentemente affrontato, con toni decisamente più drammatici, anche dal nostro Alessandro Colizzi in "Fino a farti male" (2004); e, tra divertenti sequenze come quella ambientata in videoteca ed una nutrita colonna sonora costituita da hit del calibro di "The look of love" di Dusty Springfield e Happy together (curiosamente anche titolo di un noto film a tematica gay) dei Turtles, costruisce il tutto ricorrendo in particolar modo all'introduzione di interessanti personaggi di contorno, sui quali domina sicuramente l'esilarante Cooper (Darren Boyd), amico di Heck che pensa soltanto a sé stesso ed a rimanere single, tanto che qualcuno non esita ad affermare: "Cooper, quel depravato, copulerebbe con una ferita aperta!".
Tra risate e malinconia, non mancano poi gli indispensabili consigli dei genitori, sempre utili, anche dopo aver raggiunto l'età adulta, e frecciatine alla perversione dei francesi, mentre apprendiamo che anche la più sicura delle strade intraprese potrebbe essere soggetta a brusche deviazioni, e, soprattutto, che non bisogna mai avere il timore di manifestare il proprio amore.
Peccato che, dopo oltre 90 minuti comunque inferiori ad altre commedie simili provenienti dalla Gran Bretagna (vedi Quattro matrimoni e un funerale), l'epilogo pecchi notevolmente in banalità, con la raccomandazione, però, di rimanere seduti in sala mentre i titoli di coda scorrono sullo schermo.

La frase: "Dicono che le favole abbiano un lieto fine anche se il tragitto può essere accidentato".

Francesco Lomuscio

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