Il vangelo secondo Matteo
È incredibile la forza che può avere il cinema! "Il Vangelo secondo Matteo" di Pier Paolo Pasolini è uscito nel 1964 e dopo quarant'anni è riuscito a conservare tutta la potenza che possedeva allora. Il fatto di raccontare un testo che ha quasi duemila anni certamente aiuta, ma l'opera di Pasolini attualizza la sacralità dell'argomento fino a farla diventare moderna. Il Gesù del film è più umano che divino, ed è per questo che all'uscita del film ci furono polemiche a non finire.
Dedicato alla "cara, lieta e familiare memoria di Giovanni XXIII", morto l'anno prima, questo film ha il coraggio di rappresentare un Cristo solo tra la gente, un Cristo dalla parte della gente. Così come il "Papa buono", il Gesù di Pasolini è schierato dalla parte dei poveri, dei diversi, dei bambini. È un uomo tra gli uomini. In certi momenti questo Cristo è anche vendicativo ("Sono venuto a portare la spada" dice ad un certo punto) e ciò lo rende ancora più umano. D'altra parte Gesù Cristo è considerato da molti il primo grande rivoluzionario della storia, ed è per questo che all'uscita del film i fascisti reazionari sputarono sullo schermo al festival di Venezia. E la cosa più straordinaria è che questa figura così "cristiana" di Gesù ci è narrata da un laico di sinistra. Nessuno è riuscito a dare una figura così viva di Cristo, eppure ci hanno provato in molti (da ricordare almeno, il brutto ma famoso "Gesù di Nazareth" del cattolico Zeffirelli).
Già con "La ricotta", episodio dal film collettivo "Ro.Go.Pa.G", Pasolini aveva cercato di portare Cristo sulla terra, riuscendo a creare uno dei più bei frammenti del cinema italiano di tutti i tempi. Ed anche nel film successivo, "Uccellaci e Uccellini", ritornerà ad un afflato spirituale per raccontare la crisi di una sinistra sempre più lontana dalla realtà.
Il cinema di Pasolini, almeno in questa prima fase, è assolutamente religioso, così come era assolutamente religioso Caravaggio che per ritrarre la Madonna usava una prostituta. Il senso vero della sua religione è che più ci si allontana dal sacro per avvicinarsi al terreno, più si è fedeli al "Verbo". Che altro sono i personaggi dei primi film di Pasolini, se non "poveri cristi".
"Il Vangelo secondo Matteo" uscirà di nuovo nelle sale in contemporanea con il nuovo film di Mel Gibson, "The passion". Sarà inevitabile fare dei raffronti, come saranno inevitabili le polemiche (molte volte fini a sé stesse). Non so se il film di Mel Gibson, fra quarant'anni verrà ricordato come una pietra miliare, ma so di certo che il film di Pasolini resisterà ancora per tanto tempo nella memoria di tutti gli appassionati di cinema (e di arte in generale), perché ha saputo raccontare una storia eterna in maniera assolutamente vicina a tutti noi. Una storia vissuta duemila anni fa, che è la stessa storia di ieri e di oggi: la storia di un uomo che voleva portare il bene ed è stato ucciso da quelli che vincono sempre. Almeno su questo mondo.

Renato Massaccesi

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