Il prezzo della libertà
Un film decisamente particolare a cavallo tra denuncia, pellicola in costume e musical, ed è forse proprio quest'ultima caratteristica che lo ha salvato dal limbo dell'ignavia (è stato realizzato nel '99) in questo momento di rinato entusiasmo sulla falsa riga di Chicago.
Lo spunto è la messa in scena di "Craddle will rock" una commedia musicale che denuncia lo stato dei lavoratori dopo la grande depressione del '29 ed il primo formarsi dei sindacati all'ombra del fantasma del comunismo. Siamo nel pieno degli anni trenta e le storie dei vari protagonisti si intrecciano sullo sfondo dell'allestimento della piece. Diego Riviera (Ruben Blades / Passione ribelle) sta affrescando il palazzo del miliardario Nelson Rockfeller (John Cusack / Identity) scatenando polemiche con un murales dal contenuto troppo rivoluzionario per i tempi; Hazel Huffman (Joan Cusack / Altafedeltà) si sta attivando per aggregare artisti anti-comunisti, tra cui il paranoico ventriloquo Tommy Crickshaw (Bill Murray / Charlie's Angels) per fare pressione sulla commissione parlamentare; Margherita Sarfatti (Susan Sarandon / Moonlight Mile) si affanna a vendere opere d'arte di contrabbando per finanziare Mussolini ed, infine, Orson Welles (Angus McFadyen / I divini segreti delle Ya Ya sisters), godereccio ed eccessivo ma geniale, si prodiga per mettere in scena lo spettacolo di Marc Blitzstein (Hank Azaria / I perfetti innamorati) osteggiato addirittura dal governo.
Sinceramente alla fine ci si chiede quale sia l'utilità del tutto. Le "denuncie sociali" sono arcinote, seppure risulta interessante la struttura narrativa per la sua costruzione, l'intreccio alla fine è piuttosto banale. Il retrogusto che resta allo spettatore è quello della "macchietta" e francamente non è abbastanza. Un pò "Frida", un pò "Chicago", un pò "Luci della ribalta", ma niente di personale.
Curiosità: si parla dell'invasione da parte dell'Italia dell'Etiopia, soltanto che al tempo si chiamava Abissinia.
La chicca: Tim Robbins ha anche scritto la canzone "Cobbler in despair" e co-prodotto "Croon Spoon" cantata da Susan Sarandon e Eddie Vedder dei Pearl Jam (incredibile, ma vero).
La frase: "In un mondo di bianchi che fanno i negri, tu puoi essere un negro che che fa il reverendo protestante."
Indicazioni: Se siete interessati al musical od al particolare periodo.
Valerio Salvi
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