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Identità violate
Visto il film certo è che il padre del regista D.J. Caruso aveva la vista lunga, meglio un futuro in discoteca che dietro la cinepresa. L'astuto filmetto che vede Angelina Jolie vestire nuovamente i panni di un agente sulle tracce di un serial killer, dopo Il collezionista d'ossa, parte da una buona idea, peraltro ben sviluppata inizialmente, per poi impantanarsi in una serie di luoghi comuni ed in un finale decisamente dimenticabile (speriamo).
I detective di Montreal, Canada, si trovano ad investigare su uno strano caso di omicidio e chiedono l'aiuto dell'agente speciale dell'FBI, Illeana Scott (Angelina Jolie / Tomb Raider) esperta di menti criminali e in grado di tracciare i profili psicologici degli assassini utilizzando criteri insoliti e singolari. I metodi dell'Agente Scott appaiono da subito inusuali; si sdraia dentro una tomba appena aperta per osservarne i dettagli e trovare indizi da questa macabra prospettiva, costella la sua camera d'albergo di foto delle vittime e così via.
Ma sono proprio quei metodi poco tradizionali a condurla sulla strada dell'assassino, uno psicopatico che uccide le sue vittime e ne assume l'identità fisica e mentale.
Identità Violate (Taking Lives) fa di tutto per somigliare ad un thriller serio ed in alcuni momenti riesce anche a trasmettere tensione e paura. Ma la strada per ottenere un prodotto di qualità è lunga e tortuosa e lo spettatore attende invano lo sviluppo di una storia che scivola sul banale facendo leva sui connotati tipici di questo genere di pellicole (il buio, l'entrare in una casa sempre a notte fonda; l'orsacchiotto impiccato).
L'interpretazione di Gena Rowlands (Una moglie) è - come sempre - straordinaria, soprattutto se paragonata a quella degli altri stoccafissi che costellano la pellicola, su tutti Martinez e Karyo, anche se non è sufficiente a rendere il film vedibile. Neanche il piccolo cameo di Kiefer Sutherland (24) riesce a far decollare il film, d'altronde di thriller ne abbiamo visti molti e il genere diventa una sorta di campo minato per i registi che credono che spegnere la luce e scegliere la chiave di basso per la colonna sonora possano rendere il giallo ben fatto e ricco di tensione.
Curiosità: all'inizio del film la corriera si ferma vicino ad un'officina con tanto di insegna gigante "Repairs", quale grande colpo di fortuna...
La chicca: il primo omicidio dovrebbe avvenire negli anni ottanta, ma la targa dell'auto è degli anni novanta.
Indicazioni: Solo per chi non è molto smaliziato.
Valerio Salvi
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