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Hurricane
Il 17 Giugno 1966 in un bar della cittadina di Paterson, nel New Jersey, due uomini armati uccidono due uomini e una donna. Un pugile, campione dei pesi medi, ed un suo giovane fan che si trovavano sul posto, interrogati dalla polizia vengono dichiarati al di fuori di ogni sospetto. Dopo un anno una giuria composta di soli "bianchi", condanna i due uomini a tre ergastoli per gli omicidi di quella notte. I due erano stati accusati dopo che uno dei più noti criminali della zona e, tra l'altro, uno dei sospetti, firma una dichiarazione, in cui afferma di averli visti scappare dal luogo del delitto con le armi in mano. La disperazione e la frustrazione del pugile vengono fuori dalla biografia che questi ha pubblicato otto anni dopo la carcerazione, un libro dal titolo "The Sixteenth Round", il sedicesimo round, quello che non si combatte in un match di pugilato (fino a qualche anno fa i round erano quindici). È il round più difficile e penoso quello che Rubin Carter (Denzel Washington " Il Collezionista di ossa", "Allarme rosso") deve combattere contro la giustizia. Una giustizia che lo ha condannato non per prove valide o motivi evidenti, ma solo per pregiudizio, quello che all'epoca, e purtroppo non solo allora, accompagnava sempre gli uomini di colore. Ma questa è anche la storia di un teenager, Lesra Martin (Vicellous Reon Shannon "Giovani, pazzi e svitati", " The, Mighty Ducks 2") un ragazzo disadattato, che vive in Canada, e che per la prima volta riesce a trovare qualcosa per cui vale la pena lottare. I suoi assistenti sociali Terry Swinton (John Hannah "La mummia", "Sliding Doors"), Lisa Peters (Deborah Unger "Payback - La rivincita di Porter", " The Game - Nessuna regola") e Sam Chaiton (Liev Schreiber "Jakob il bugiardo", "Sfera"), lo aiuteranno a trovare il modo di convincere la legge, dell'innocenza del pugile, e ci riescono solo venti anni dopo. Una storia senza dubbio difficile da raccontare, che ha appassionato molto chi ha lavorato a questo film, a cominciare da Denzel Washington, che fin dal momento in cui ha saputo che il film doveva essere fatto ha voluto per sé la parte. Ci si è dedicato molto, voleva diventare un pugile, agire come avrebbe agito Carter, pensare come lui. Per un anno si è dedicato ad una serie di allenamenti che gli hanno fatto perdere trenta chili, ingaggiando l'allenatore Terry Claybon, che poi ha avuto anche una parte nel film, ha, infatti, interpretato il pugile Emile Griffith. L'attenzione per i personaggi reali è stata fondamentale, cercando di essere onesti sia con le persone che hanno vissuto questa storia che con i fatti, si è voluto rappresentare la realtà di persone di cui si stava raccontando la vita. Lo scenografo Philip Rosemberg, ha fatto un lavoro di ricerca meticoloso, per ricostruire le scene ambientate nelle varie epoche del film. È stato un lavoro molto difficile, soprattutto considerando che tutta la storia si svolge in un arco di tempo molto lungo. La ricostruzione delle carceri è stata tanto fedele alla realtà lo stesso Carter, quando ha visitato il set ha sentito i brividi "Mi ha riportato indietro, nel luogo dove ho passato venti anni della mia vita, una cella, il livello più basso di esistenza che un essere umano possa sopportare."
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